Progesterone in gel: rischio di parto prematuro dimezzato

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I risultati di uno studio internazionale al quale ha partecipato anche un team padovano: il prodotto, ad applicazione non invasiva, ha fatto registrare una riduzione anche del 45% delle probabilità di nascita anticipata. Il test condotto su 465 donne più esposte a causa del raccorciamento della cervice uterina


ROMA – Somministrare a una donna in gravidanza un gel vaginale a base di progesterone dimezza il rischio di parto pretermine. Il prodotto è stato sperimentato su 465 donne a “rischio” (quelle con una cervice uterina corta) durante il secondo trimestre di gestazione e ha dimostrato di essere in grado di ridurre del 45% la possibilità che il bimbo nasca prima della 33esima settimana. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori provenienti da tutto il mondo ed è stato pubblicato su Ultrasound in obstetrics and ginecology 1. Tra gli autori anche un team dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Uoc di ostetricia e ginecologia, diretta da Maria Teresa Gervasi.

Il parto prematuro, scrivono gli autori dello studio, costituisce la causa principale di mortalità e morbilità perinatale anche nei paesi occidentali. Secondo i dati del ministero della Salute, solo in Italia è un rischio che tocca il 5% della popolazione, una percentuale che sale fino al 10% se si considera l’intera Europa. Nel 2005, in tutto il mondo, invece, secondo i ricercatori,12,9 milioni di nascite sono state pretermine.

Per provare a ridurre la diffusione dei parti prematuri, per due anni, l’equipe di ricercatori ha lavorato allo screening di donne con raccorciamento asintomatico della cervice uterina. Il campione era composto da 465 persone. Metà delle donne assumeva progesterone in gel, al gruppo di controllo invece veniva somministrato un placebo. Il progesterone è stato sperimentato perché è un ormone fondamentale durante la gestazione. Garantisce infatti il funzionamento dell’endometrio, inibisce le contrazioni del miometrio (lo strato muscolare liscio al di sotto della tonaca endometriale dell’utero) e soprattutto blocca la risposta immunitaria materna che porterebbe alla “espulsione” dell’embrione riconosciuto come corpo estraneo.

Lo studio dei risultati del test clinico ha dimostrato che la terapia con il gel vaginale a base di progesterone, somministrata a partire dal secondo trimestre, riduce il rischio di gravidanza ante termine del 45%.

“La diminuzione del rischio – dice Maria Teresa Gervasi – è particolarmente importante nei casi di predisposizione a parti prima della 33esima settimana. Abbiamo studiato in tutto l’andamento della gravidanza di 465 donne sottoposte ad ecografia transvaginale e risultate con un raccorciamento cervicale all’utero asintomatico. Grazie alla somministrazione del progesterone si può migliorare le aspettative di nascita senza patologie di una parte considerevole dei 30mila bambini che nascono prima del compimento della 37esima settimana ogni anno in Italia”.

L’implicazione più importante di questa scoperta nella pratica clinica, scrivono gli studiosi, è la possibilità di organizzare uno screening universale delle donne nel secondo trimestre di gravidanza mediante misurazione ecografica della lunghezza cervicale, al fine di identificare i casi a rischio di parto prematuro e trattarli con il progesterone gel, riducendo la frequenza del parto prematuro e migliorando gli esiti neonatali in modo semplice e sicuro.
La Stampa.it

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