Screening in piazza con prelievo contro le epatiti

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GILEAD

Una malattia che nel mondo colpisce 500 milioni di persone, circa 1 su 12, è venuta a contatto con il virus dell’epatite B o C

Deputati uniti nella Campagna di prevenzione e sensibilizzazione su una patologia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto agli Stati Membri di inserire  nel piano sanitario

 

Roma, 13 aprile – Nella giornata di oggi a Piazza Montecitorio si è svolta una Campagna d’Informazione, Prevenzione e Screening sull’Epatite, promossa dall’Associazione EpaC Onlus.

È stata allestita una tensostruttura dove sono stati prelevati campioni di sangue a Deputati, dipendenti della Camera e pubblico presente, da un’equipe medica dell’Università di ‘Tor Vergata’. Durante l’evento si è svolto un incontro con rappresentanti politici, clinici e medici specialisti per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché anche l’Italia si allinei alle direttive dell’OMS sulle epatite. “L’assenza di un’adeguata informazione sul tema dell’epatite virale è qualcosa che non può lasciarci indifferenti. Dopotutto anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto che si tratta di un problema sanitario di impatto globale e ha invitato i governi a mettere a punto interventi adeguati per migliorare le forme di prevenzione, diagnosi e soprattutto trattamento della malattia. Credo che l’iniziativa di oggi vada proprio in questa direzione. La prima prevenzione, in fondo, nasce dall’esempio ed è importante che a dare questo esempio siano proprio i politici che i cittadini hanno scelto come loro rappresentanti. Dopotutto la politica, intesa nel suo senso più profondo, è proprio la capacità di affermare il bene comune rispondendo in maniera adeguata ai bisogni della società. E la salute è sicuramente uno dei bisogni primari di qualsiasi uomo“. Ha dichiarato l’On. Maurizio Lupi, Vice Presidente della Camera dei Deputati. L’OMS, in coordinazione con gli Stati membri, ha predisposto linee guida necessarie alla prevenzione dell’epatite attraverso la definizione di strategie e scadenze puntuali e condivise. “Mi fa molto piacere che l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia riconosciuto l’epatite virale come problema sanitario di impatto globale attraverso una risoluzione che invita gli Stati membri ad attivare azioni  di prevenzione, di informazione e di assistenza alle persone affette da una grave malattia virale che, nonostante le già notevoli iniziative intraprese dal nostro Ministero della Salute e da associazioni di malati come l’EpaC, la più rappresentativa, provoca nel nostro Paese ancora 10.000 decessi ogni anno.” Ha tenuto a puntualizzare l’On. Prof. Domenico Di Virgilio, Componente Commissione Affari Sociali.

In Italia muoiono ogni anno più di 20.000 pazienti per malattie croniche di fegato: sono 57 al giorno, più di 2 ogni ora. L’epatite B è un virus che provoca un’infezione che colpisce il fegato, una delle più importanti malattie a livello mondiale, in Italia i soggetti infetti dall’HBV sono oltre 500.000. L’epatite C è attualmente la causa principale di una serie di complicanze tra cui cirrosi, tumori e trapianto del fegato, con 2.500.000 di casi di infezione cronica solo nel nostro Paese. “Questo giustifica ogni sforzo nel promuovere la diagnosi di infezione da virus epatici perché l’identificazione rimane il primo, imprescindibile passo verso la cura. Inoltre,  è preoccupante sapere che una quota significativa, ben oltre il 50% delle infezioni, è tuttora non diagnosticata. Ed è proprio verso questa popolazione di infettati non consapevoli che deve rivolgersi ogni sforzo diagnostico. L’iniziativa promossa in questa giornata è dunque lodevole perché vuole attrarre l’attenzione delle più alte Istituzioni su un tema sensibile quale la diagnosi, la prevenzione e la cura di malattie croniche la cui evoluzione ha un costo elevato per la società.” Ha affermato la Prof.ssa Gloria Taliani, Dipartimento Malattie Infettive e Tropicali, Università ‘La Sapienza’. Eppure le epatiti virali non avevano finora ricevuto il livello necessario di attenzione e impegno. Nel caso dell’infezione da epatite, la vaccinazione rappresenta uno strumento estremamente efficace di prevenzione primaria e in caso di infezione avvenuta, è fondamentale la diagnosi precoce. “Grazie alla disponibilità di nuovi farmaci per il trattamento dell’epatite C, oggi è possibile pensare che la grande maggioranza delle persone infettate potrà guarire definitivamente da questa terribile infezione che, se non curata, evolve spesso in cirrosi e cancro del fegato. Anche per l’epatite B è possibile ottenere, grazie ai farmaci già da ora disponibili, un controllo per molti anni del virus e della malattia. Per queste ragioni è essenziale garantire l’accesso alla terapia a tutti coloro che ne hanno bisogno, partendo proprio da quelli che, ignari della loro infezione, giungono alla diagnosi troppo tardi per essere ben curati. Per far ciò, lo strumento principe è la diagnosi precoce: lo screening per epatite B e epatite C dovrebbe essere esteso a tutti, possibilmente proposto dai medici di base come già avviene con lo screening per malattie metaboliche, diabete, ipercolesterolemia e ipertensione.” Ha dichiarato il Prof. Carlo Federico Perno, Dipartimento Medicina Sperimentale, Università ‘Tor Vergata’. L’Associazione EpaC ONLUS, che svolge attività di informazione e prevenzione, con il suo Presidente Ivan Gardini sottolinea: “il Governo deve uniformarsi alla risoluzione OMS affinché le epatiti e le loro complicanze siano riconosciute come problema di salute pubblica e che siano inserite con urgenza nel Piano Sanitario Nazionale anche con finalità di prevenzione oncologica, perché riconosciuti agenti infettivi oncogeni. L’ arrivo di nuove terapie, ci permetterà a breve di salvare moltissime persone in più”.

 

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