Tumori: sostanza in grado di inibire la crescita

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angiopoetina

ROMA, 11 APR – Messo a punto un nuovo inibitore – ovvero una molecola che impedisce o rallenta una funzione chimica – in grado di ridurre efficacemente la formazione di vasi sanguigni tumorali, ritardando o addirittura arrestando la crescita dei tumori.

E’ il risultato di uno studio dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele, che ha guadagnato la copertina della rivista Cancer Cell di aprile.

Lo studio e’ coordinato da Michele De Palma, ricercatore del San Raffaele, e da Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica e professore presso l’Universita’ Vita-Salute San Raffaele.

La ricerca ha dimostrato che l’angiopoietina-2 (ANG2), una molecola prodotta dai tumori, rappresenta un potente stimolo alla formazione di vasi sanguigni in diversi tipi di tumore sperimentale. I ricercatori hanno quindi rilevato che l’attivita’ ”pro-angiogenica” dell’ANG2 puo’ essere bloccata efficacemente mediante un nuovo inibitore specifico sviluppato da AstraZeneca. Si e’ infatti osservato che l’inibizione dell’ANG2 riduce notevolmente la formazione dei vasi tumorali e conseguentemente ritarda e in alcuni casi arresta la crescita dei tumori.

”L’importanza della scoperta – spiega De Palma – sta nell’aver dimostrato che l’inibizione dell’ANG2 non induce resistenza al trattamento, anche a seguito di trattamenti prolungati nel tempo o in tumori che normalmente sviluppano resistenza, limitando cosi’ la piu’ insidiosa conseguenza del tumore: le metastasi”. La nuova ricerca dimostra che l’inibizione selettiva di ANG2 puo’ quindi fornire una doppia arma contro il cancro: inibire i vasi sanguigni e allo stesso tempo indebolire l’attivita’ di particolari cellule (TEM) che ne promuovono la formazione.

Questo risultato si traduce nell’inibizione a lungo termine dei tumori sperimentali e delle loro metastasi a siti distanti. A questo punto, concludono i ricercatori, ”e’ importante sottolineare che, nonostante il nostro lavoro abbia fornito una incoraggiante prova di principio in modelli sperimentali, sara’ ora importante valutare gli effetti dell’inibizione di ANG2 in pazienti oncologici”. (ANSA).

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