La neurogenesi nell’adulto migliora il comportamento di riconoscimento di schemi ed è un fattore necessario ma non sufficiente per eliminare i comportamenti depressivi

Topi adulti ingegnerizzati per avere una maggiore generazione di nuovi neuroni nell’ippocampo sono particolarmente abili nel discriminare fra esperienze simili, una capacità che declina normalmente con l’età e in presenza di disturbi d’ansia. In unione ad altri fattori, la stimolazione della neurogenesi nell’ippocampo produce inoltre effetti antidepressivi. A scoprirlo è stata una ricerca condotta presso la Columbia University e pubblicata sulla rivista Nature.

 

I ricercatori hanno per la prima volta individuato gli effetti di un aumento della neurogenesi nell’adulto attraverso la creazioni di un ceppo di topi che è deficitario di un gene necessario all’apoptosi dei neuroni neonati nell’ippocampo adulto.

 

“Questi topi con più neuroni giovani riuscivano meglio a riconoscere differenti ‘schemi’ in compiti che normalmente diventano via via più difficili con l’età. Un deficit in questa capacità può anche contribuire all’ansia, attraverso una eccessiva generalizzazione che porta a individuare come pericolosi stimoli ambigui”, spiega Rene Hen, che ha diretto lo studio.

 

“Il nostro studio dimostra che la stimolazione della neurogenesi nell’adulto è sufficiente a migliorare il comportamento di riconoscimento di schemi, anche se questo è un fattore necessario ma non sufficiente per eliminare il comportamento depressivo”.

 

Gli esperimenti condotti dai ricercatori hanno infatti indicato che la sola stimolazione della neurogenesi non induce effetti anti-ansia o antidepressivi, ma che questi si manifestavano dopo che per un certo periodo i topi erano indotti a fare costante esercizio fisico, cosa che suggerisce che per esplicare tali effetti la neurogenesi abbisogni di un “innesco” rappresentato da stimoli ambientali.

 

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