Nuovamente a rischio il Santa Lucia di Roma: denuncia e monito alla istituzione della SIN, Società Italiana di Neurologia

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La Società Italiana di Neurologia (SIN) sostiene la Fondazione Santa Lucia e rivolge invito alle Istituzioni locali

“ Ridurre le potenzialità assistenziali di una struttura universalmente riconosciuta come eccellente, equivale ad un impoverimento della potenzialità scientifica italiana”

Roma 6 Giugno 2011 – Come Presidente della Società Italiana di Neurologia e Professore di Neurologia all’Università di Siena, esprimo sia personalmente sia a nome di tutta la Società scientifica che rappresento, una vivissima preoccupazione per le sorti dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma.

 

La minacciata riduzione della potenzialità assistenziale di questa struttura, universalmente riconosciuta come un centro di reale eccellenza, determinerebbe un grave danno, non solo al sistema ospedaliero nazionale, ma anche un impoverimento della potenzialità scientifica italiana, con un particolare e grave impatto su quella dell’area laziale. Tale impoverimento si rifletterebbe, infatti, sui livelli di ricerca neuroscientifica e neuroriabilitativa italiana, proiettandosi anche a livello internazionale.

 

Dovendo procedere a una razionalizzazione regionale dell’assistenza sanitaria e a un accorciamento progressivo dei ricoveri diagnostico-terapeutici – con lo spostamento di interventi assistenziali verso attività a intensità di cura diversificate e verso il territorio di altre attività legate alla cronicità – rimane comunque indispensabile riservare uno spazio importante alla neuroriabilitazione di vera qualità, come appunto quella erogata dalla Fondazione Santa Lucia.

 

Va ricordato che in questo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, accanto all’approccio di alta specializzazione neuroriabilitativa catalogata con il codice 28 (Unità Spinale) e con il codice 75 (gravi cerebrolesioni), possono essere garantite prestazioni di altissima specializzazione a pazienti con lesioni cerebrali e midollari acute, notoriamente caratterizzate da grande impegno, qualificazione professionale, dotazione tecnologica e, soprattutto, contesto scientifico. E’ in un centro complesso come questo – e non in strutture di sola riabilitazione – che possono essere sperimentati nuovi approcci neuroriabilitativi, la cui efficacia può essere documentata e certificata da metodologie e evidenze scientifiche prima di essere poi proposte in maniera generalizzata nel sistema sanitario nazionale.

 

E’ evidente che queste evidenze possono essere ottenute solo con la concentrazione di tecnologie e di professionalità altamente qualificate, con una metodologia scientifica documentata e con la possibilità di disporre di numeri significativamente alti di pazienti trattati nell’ambito delle diverse problematiche neurologiche che richiedono riabilitazione. Un patrimonio professionale, tecnologico, umano e clinico che la Fondazione Santa Lucia possiede e che ha costruito in cinquanta anni di attività e di risultati crescenti.

 

Pertanto auspico una seria e approfondita riflessione delle autorità sanitarie regionali sul riverbero che decisioni implicanti la penalizzazione o la valorizzazione di questa realtà d’avanguardia avrebbero, non solo sul sistema assistenziale del Lazio, ma sull’intero sistema scientifico del Paese.

 

Ancora una volta, la Società Italiana di Neurologia invita le istituzioni competenti a valutare con lungimiranza – e con occhio attento solo al merito – l’investimento nella qualità e nella ricerca, considerandolo come, nel caso della Fondazione Santa Lucia, un volano importante per trascinare in alto i livelli assistenziali regionali e nazionali.

 

 

Antonio Federico

Presidente Società Italiana di Neurologia

Professore Ordinario di Neurologia, Università degli studi di Siena

Direttore U.O. Neurologia e Malattie Neurometaboliche

Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

 

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