Tumori: nanobombe raggiungono le masse cancerose travestite da cellule del sangue

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nanobombe

Sono state costruite nanobombe mimetiche anticancro: sono nanoparticelle ripiene di farmaci che vengono indirizzate in corrispondenza del tumore, abilmente ‘camuffate’ da globuli rossi in modo da ingannare il sistema immunitario, sfuggendo ai suoi attacchi, e da arrivare indisturbate attraverso il sangue fino al proprio bersaglio.


L’idea e’ venuta al gruppo di Liangfang Zhang, dell’universita’ californiana di San Diego e i risultati dei primi esperimenti sui topi sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia Nazionale Americana delle Scienze, Pnas.
Le nanoparticelle nella cura dei tumori non sono ormai una novita’ e cominciano ad essere usate in campo clinico: il loro contributo alla lotta al cancro e’ notevole perche’ permettono di veicolare i farmaci chemioterapici nel tumore e di concentrare le dosi la’ dove servono, riducendo di fatto il dosaggio necessario per ottenere il medesimo effetto.

Ma le nanoparticelle non possono essere ‘nude’, gia’ oggi sono rivestite da una sostanza sintetica per nasconderle al sistema immunitario del paziente, che altrimenti le attaccherebbe vanificando le cure.
Per potenziare l’azione delle particelle e renderle piu’ abili a raggiungere la sede del tumore, i ricercatori hanno preso un campione di sangue e ‘spogliato’ i globuli rossi della loro membrana, usandola poi per rivestire le nanobombe e camuffarle.

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