Al Campus Bio-Medico il più piccolo “Pacemaker” che controlla il pavimento pelvico
Soluzione “high tech” per il trattamento dell’incontinenza urinaria, disturbi vescicali e dolore cronico: presso l’area specialistica di ginecologia dell’Università Campus Bio-Medico, diretta dal Professor Roberto Angioli, il dottor Marzio Zullo ha adottato con successo dal 2008 l’innovativa metodica mininvasiva.
Roma, 28 luglio 2011 – Funziona come un pacemaker ed è poco più grande di una moneta da due euro: queste le dimensioni del nuovo dispositivo per risolvere l’incontinenza urinaria, ma anche adeguato in certe forme di stipsi, ritenzione urinaria e dolore pelvico cronico. È stato adottato con successo dal 2008 dal dottor Marzio Zullo, dirigente medico presso il reparto di ginecologia, diretto dal Professor Roberto Angioli, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Tra le patologie pelviche, l’incontinenza urinaria, patologia in progressiva crescita, interessa un’ampia popolazione di pazienti. Basti pensare che la vescica iperattiva, ad esempio, una delle cause più comuni di incontinenza, colpisce in Europa circa 70 milioni di persone. I pazienti che soffrono di disfunzioni croniche vescicali devono affrontare ogni giorno una vera e propria battaglia. La loro vita risulta condizionata da pannolini assorbenti o autocateterismo, e talvolta rinunciano a uscire di casa e a svolgere una normale vita sociale.
Quando le terapie conservative (farmacoterapia, biofeedback, elettrostimolazione) risultano inefficaci, l’approccio più innovativo per trattare le disfunzioni del pavimento pelvico che portano alla ritenzione, dolore, urgenza e/o frequenza aumentata fino all’incontinenza, è la neurostimolazione sacrale, tecnica che favorisce il controllo di questi disturbi mediante l’impianto di un semplice sistema che invia lievissimi impulsi elettrici, attraverso un piccolo elettrodo, ai nervi sacrali, quelli che controllano gli organi e la muscolatura pelvica. Il nuovo dispositivo, impiantabile nel tessuto sottocutaneo in anestesia locale, rappresenta ad oggi la soluzione tecnologica più all’avanguardia e negli studi clinici ha dimostrato di trattare efficacemente alcuni tipi di disturbi correlati al controllo della vescica in molti pazienti che non avevano ottenuto risultati o non tolleravano altri trattamenti riabilitativi o farmacologici.
“Questo tipo di soluzione è già stata indicata da tempo come trattamento standard per le disfunzioni croniche urinarie e viene attualmente applicata nei più importanti Centri di Urologia, NeuroUrologia e Chirurgia italiani, e nel mondo oltre 100.000 pazienti beneficiano già di questa terapia – spiega il dottor Marzio Zullo – Le indicazioni codificate includono i sintomi e segni della vescica iperattiva, ritenzione urinaria in assenza di ostruzione meccanica, incontinenza fecale, stipsi e dolore pelvico cronico”.
“Nel nostro centro, utilizziamo il nuovo dispositivo dal 2008 su circa 20-22 pazienti all’anno per problemi di vescica iperattiva, ritenzione urinaria, e dolore pelvico cronico. – spiega il Dr. Zullo – In particolare, La procedura, estremamente efficace per i problemi di vescica iperattiva, ci sta dando risultati incoraggianti in termini di successo dell’intervento e soddisfazione dei pazienti anche per patologie dolorose molto comuni nelle donne, come l’endometriosi, le vestiboliti vulvari e le vulvodinie. I feedback riportati nelle fasi di follow up ad uno, a sei e a dodici mesi sono ottimi: nelle pazienti si riscontra un sensibile miglioramento della qualità di vita, dal punto di vista oggettivo e nei test di auto percezione
Medici e pazienti possono valutare l’efficacia della terapia con un semplice test, ovvero una stimolazione di prova, prima di procedere all’impianto definitivo del sistema. Con l’impianto definitivo il paziente riceve inoltre una sorta di telecomando che permette di attivare o sospendere la terapia a seconda della necessità fermo restando la necessita di una stimolazione continua.
Come funziona il pacemaker?
Il sistema InterStim II è costituito da un piccolo neurostimolatore, un elettrocatetere e un programmatore per il paziente. La Terapia InterStim funziona mediante la stimolazione elettrica dei nervi sacrali, che controllano la vescica e i muscoli circostanti, i quali presiedono alla funzione dello svuotamento intestinale. I nervi sacrali vengono stimolati attraverso un elettrocatetere che viene posizionato nelle loro vicinanze tramite un introduttore percutaneo, in anestesia locale. L’elettrocatetere è collegato direttamente al nuovo neurostimolatore (poco più grande di una moneta da 2 euro) che viene impiantato in una tasca sottocutanea nella parte superiore del gluteo. Il neurostimolatore invia lievi impulsi elettrici al nervo sacrale attraverso l’elettrocatetere. Il paziente percepisce generalmente una leggera sensazione di formicolio non fastidiosa. Con un programmatore esterno il medico regola lo stimolatore in modo da ottimizzare la terapia per ogni paziente. Attraverso il piccolo telecomando fornitogli in dotazione, il paziente può accendere, spegnere e regolare l’intensità della stimolazione.