Chemioterapia: recente studio mostra come le cellule cancerose reagiscono al trattamento
Alcuni ricercatori finanziati dall’UE hanno fatto grandi progressi nella comprensione di come le cellule del cancro possono qualche volta resistere agli effetti della chemioterapia. Queste nuove conoscenze faranno avanzare lo sviluppo di cure per il cancro sempre più efficaci e potrebbero permettere qualche passo avanti nella riduzione della ricaduta, buone notizie quindi per malati di cancro e scienziati.
In quanto parte del progetto APO-SYS (“Apoptosis systems biology applied to cancer and AIDS”), che ha ricevuto un finanziamento di 11 Mio EUR nell’ambito del Tema “Salute” del Settimo programma quadro (7° PQ), il team di ricercatori del Royal College of Surgeon in Ireland (RCSI) con sede a Dublino ha condotto uno studio completo sulle cellule del cancro.
Scrivendo sulla rivista Molecular Systems Biology, il team spiega come i risultati da loro ottenuti mostrano che la resistenza alla chemioterapia si verifica a causa delle differenze di metabolismo tra le cellule del cancro e le normali cellule umane.
Nella chemioterapia si usano farmaci contro il cancro per uccidere le cellule del cancro. I farmaci agiscono stimolando un processo di morte programmata delle cellule chiamata apoptosi e rallentando la funzione dei mitocondri. I mitocondri sono responsabili della regolazione della produzione di energia della cellula e di mantenere un equilibrio tra acqua e ioni; per questo, se i mitocondri sono paralizzati, tutta la cellula non può funzionare.
Oltre a produrre energia però nei mitocondri, le cellule del cancro possono anche produrre energia usando il glucosio in un processo conosciuto come glicolisi.
Sebbene studi precedenti abbiano mostrato che il processo della glicolisi può portare efficacemente le cellule prese di mira dalla chemioterapia “di nuovo in vita”, il team irlandese adesso ha scoperto che la glicolisi aiuta anche e recuperare la funzione mitocondriale, il che significa che le cellule di cancro possono continuare a funzionare dopo la cura.
Questo studio, che si è basato su modelli computazionali e microscopia delle cellule vive, porta gli scienziati più vicini a capire perché e come alcune cellule di cancro sopravvivono sia all’apoptosi che all’indebolimento dei mitocondri.
Il dott. Heinrich Huber, ricercatore capo dello studio, del RCSI, dice: “I nostri risultati mostrano che quando le cellule del cancro sono esposte a livelli di glucosio elevati, la funzione mitocondriale può essere recuperata e si può mantenere l’omeostasi osmotica, che contribuisce alla resistenza alla chemioterapia. Quindi abbiamo scoperto che perché le cure per il cancro siano efficaci, devono rivolgersi alla capacità della cellula del cancro di produrre energia usando il glucosio all’interno dei suoi fluidi e distruggendo i mitocondri. È importante anche che i livelli di glucosio nei pazienti siano monitorati perché questo può essere un fattore di resistenza al trattamento.”
Secondo le cifre dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il cancro è una delle cause principali di morte in tutto il mondo ed è stato responsabile di 7,6 milioni di morti (circa il 13% di tutte le morti) nel 2008. Secondo le previsioni dell’OMS questa cifra aumenterà fino a oltre 11 milioni entro il 2030.
Poiché capire i dettagli meccanici di come le cellule del cancro sono in grado di resistere alla chemioterapia può fornire strategie per aumentare l’efficienza della cura e ridurre la ricaduta clinica, il team spera che la loro ricerca porterà ad altre scoperte nella cura del cancro e ci farà avvicinare alla riduzione dell’impatto mondiale di questa malattia mortale.
Il progetto APO-SYS, che sarà attivo fino al 2012, riunisce un consorzio pan-europeo di biologi sperimentali, biomatematici, biostatisti, esperti informatici e scienziati clinici, che lavorano sui percorsi di morte cellulare nella salute e nella malattia, con particolare attenzione a cancro e AIDS.
Per maggiori informazioni, visitare:
Royal College of Surgeons in Ireland:
http://www.rcsi.ie/
Immaginate di avere un praticello bellissimo e curato nei minimi particolari. Capita però che ad un cero punto ad infestare questa erba sanissima, cresce della gramigna (che come tu ben sai se non la si estirpa cresce a dismisura e occupa tutto lo spazio).L’unico modo per inibire la crescita di questa erbaccia è quello di passare il diserbante su tutta le superficie,questo però comporta che il diserbante essendo un veleno uccide la gramigna ma anche la tenera erbetta. Fate quindi conto che la chemioterapia sia il diserbante, la gramigna sia il tumore e che l’erbetta rappresenti le cellule sane rimaste nel corpo.
Questa è la follia della medicina oncologica. Invece di fare il contrario usano tutte le armi dela guerra. E come se per far finire la mafia in Sicilia, lo Stato italiano mandi degli aerei da guerra carichi di gas nervino e lo diffonda nell’aria per uccidere il cancro della mafia sacrificando tutte le persone che vivono nell’isola. Milioni di persone uccise nella speranza che se ne salvi qualcuna per ripopolare la Sicilia se le cellule mafiose sono morte. La logica della guerra viene trasferita ovunque. Come si può sperare di sconfiggere il cancro con questo pensiero assurdo? Ma purtroppo non è un film dell’orrore, ma la realtà terribile che ogni giorno gli ammalati di cancro si sentono dire dagli oncologi. E costoro dopo che sono stati terrorizzati, si trovano nella condizione tragica di dover scegliere perché il convento della Medicina allopatica gli assicurare che è la sola strada da intraprendere per avere una via di speranza. Ovviamente la persona malata di cancro, in balia della paura di dover morire, si affida agli esperti dato che è convinta che sanno quello che fanno per affrontare il problema cancro. Così il povero malato impaurito fino nell’anima si concede totalmente ai medici oncologici, che lo sottopongono ai trattamenti stabiliti da altri oncologi che li hanno sperimentati validi e dati come prassi medica a tutti gli oncologici del mondo. In questo modo gli oncologi di tutti gli ospedali del mondo, saranno gli esecutori materiali che hanno il compito di curare le persone malate di cancro. Non ci sono oncologi che hanno messo in discussione tale pratiche. Chi lo ha fatto lo hanno estromesso dal circuito globale e perciò dal sistema sanitario ufficiale rappresentato alle Nazioni Unite. In simbiosi con questo sistema, ci sono le industrie farmaceutiche, che sono i maggiori finanziatori per ogni tipo di ricerca. Queste multinazionali del farmaco chimico, dovrebbe in teoria lavorare per il bene della comunità umana. tale bene viene sbandieraro nei loro manifesti aziendali, ma non c’è azienda al mondo che metta al primo posto il profitto per salvaguare se stessa e i suoi interessi personali. Cosa sarebbe per queste aziende se non ci fossero più malati nel mondo? Ovviamente fallirebbero subito. Perciò quello che le fa vivere con grande profitti ogni anno, sono proprio gli ammalati di ogni tipo. Dal semplice raffreddore fino al cancro, loro traggono nutrimento per ingrandirsi e ingrassare i loro profitti. Diventa chiaro per una persona che possiede un minimo di riflessione critica, che un sistema del genere non potrebbe continuare ad esisrere se si cambiasse il modo di affrontare ogni malattia mettendo al centro la persona non quanto la persona malata può rendere al sistema farmaceutico. Ogni sistema per esistere deve avere la complicità di chi ci vive dentro. Gli oncologi in questo caso non possono andare contro se stessi, perché è proprio il sistema che gli da lo stipendio per vivere molto bene o il denaro per vivere all’interno di esso. Come può una persona che ha studiato medicina andare contro il sistema che gli da il denaro per farsi una posizione importante e meno importante? Solo la persona veramente rivoluzionaria amante della verità, si ribella a tale sistema. Ma sono veramente pochi gli esseri viventi pensanti, che hanno messo in pratica quello che pensavano. Grazie a loro se oggi abbiamo più conoscenze in ogni campo del sapere. Il costo però che hanno dovuto subire è stato talvolta il sacrificio della loro vita per fare avanzare l’umanità. Chi vive comodamente e ha un ruolo di prestigio dentro il sistema, non diventerà mai un vero amante della verità, ma si adeguerà alla logica di chi ha messo in piede la struttura portante di tutto il sistema. Andare contro il sistema significherebbe perdere tutto quello che si è costruito nella propria carriera medica o in qualsiasi professione che il sistema richiede al suo interno per funzionare con tale logica. Diventa comprensibile che gli oncologi vedono con sospetto tutti quelli che hanno detto cose diverse sull’origine del cancro. Per loro una diversa visione metterebbe in crisi tutto, e con questo il loro impianto accademico che hanno messo in piedi che crollerebbe e con esso tutti i privilegi in termini di prestigio e denaro.