Genetica: DNA, ricostruito il ruolo del ‘complesso mediatore’
Un portato immediato della ricerca sarà quello di fornire una dettagliata mappa di mutazioni che influenzano la regolazione del processo trascrizionale
Una parte essenziale del complesso macchinario molecolare che riveste un ruolo cruciale nella regolazione della trascrizione del DNA – noto come complesso mediatore – viene descritto in un articolo apparso sulla rivista Nature a firma di un gruppo di ricercatori dell’Indiana University guidati da Yuichiro Takagi, professore associato di biochimica della stessa Università.
Com’è noto, la trascrizione del DNA viene svolta da un enzima chiamato RNA polimerasi II. Via via che il processo cellulare procede, vengono inviati segnali al DNA per comunicare quali geni debbano essere attivati e quali debbano essere silenziati. Il complesso mediatore è il fattore di regolazione della trascrizione che accetta e interpreta queste istruzioni, indicando all’RNA polimerasi II dove e quando iniziare la trascrizione.
Il complesso mediatore è una molecola gigante composta da 25 proteine organizzate in tre moduli noti come testa, corpo e coda. Utilizzando una tecnica di cristallografia a raggi X, il gruppo di Takagi è riuscito a descrivere in dettaglio la struttura della testa, la parte più importante per l’interazione con l’RNA polimerasi II.
“Come macchinario molecolare, il modulo della testa deve avere sia stabilità sia flessibilità per partecipare a numerose interazioni: a fornire la stabilità organizzando le cinque proteine in una struttura simile a quella di un polimero che viene chiamata fascio di alfa eliche”, ha spiegato Takagi. “Fasci di alfa eliche erano già stati osservati, ma non costruiti a partire da cinque differenti proteine”.
Un beneficio immediato del risultato della ricerca sarà quello di fornire una dettagliata mappa di mutazioni precedentemente note che influenzano la regolazione del processo trascrizionale. La possibilità di risolvere strutture così complesse sarà importante perché i complessi multiproteici come il complesso mediatore diventeranno probabilmente una nuova generazione di bersagli terapeutici per la ricerca farmaceutica.