Piccolo frammento di RNA per ‘cancellare’ i brutti ricordi
Un gruppo di ricercatori australiani ha dimostrato che i traumi possono essere cancellati grazie all’azione di una piccola molecola di Rna, il mir-128b. Può inibire in modo transitorio i geni associati a un determinato ricordo, promettendo di curare fobie e disturbi da stress post-traumatico.
UN BRUTTO RICORDO che assilla e rende ogni cosa difficile. Un’esperienza traumatica che continua a tornare in mente. Appare anche nei sogni, senza darci pace. L’idea di poter dimenticare tutto sembra impossibile. Non è così: un gruppo di ricercatori del Queensland Brain Institute di Saint Lucia, in Australia, ha fatto una scoperta 1che potrebbe essere utile per far sparire, come per magia, pensieri negativi e difficoltà. La notizia è stata pubblicata dal giornale Nature 2Neuroscience. La scoperta promette di curare fobie e disturbi da stress post-traumatico. Gli studiosi hanno identificato una molecola di Rna, il mir-128b, che agisce direttamente su un gene e che regola i ricordi legati alla paura. Nel momento in cui viene riattivato il ricordo originale a cui è legata la paura, il mir-128b può inibire in modo transitorio i geni ad esso associati.
“I ricordi associati alla paura non sono incisi nella roccia”, spiega Timothy Bredy, neuroscienziato del Queensland brain institute. Bredy è riuscito a dimostrare per la prima volta che le paure possono essere cancellate grazie all’azione di questo polimero ed è convinto che questo studio potrà aprire la strada a nuove cure per affrontare i disturbi post traumatici da stress e fobie. “Questa è la prima dimostrazione concreta che la molecola di Rna contribuisce alla formazione di tutte quelle paure che fanno parte della nostra memoria. Siamo riusciti a mettere in evidenza quanto questo meccanismo sia al centro del funzionamento del cervello negli adulti”, ha detto Bredy. Insomma per il team di studiosi australiani le paure che fanno parte del nostro passato possono essere “indebolite” o “rafforzate”, intervenendo sul mir-128b. Studi precedenti. Quello che nel film “Se mi lasci di cancello” sembrava un sogno, dova Jim Carrey cercava di dimenticare l’amore perduto, non sembra così più lontano. Già un anno fa una ricerca della John Hopkins University 3aveva aperto prospettive concrete sulla nascita di farmaci in grado di combattere i disturbi da stress post-traumatico. I ricercatori avevano studiato una proteina che si trova nell’amigdala, l’area cerebrale responsabile, tra l’altro, del condizionamento alla paura. Ricerche di questo tipo aprono la strada allo studio di farmaci usati per manipolare la memoria, un settore che spesso genera timori. Ma secondo Adam Kolber, docente di legge alla Law School di Brooklyn, a New York e autore di un commento appena pubblicato su Nature, si tratta di pregiudizi esagerati. “Milioni di persone che soffrono di disordine da stress post-traumatico (Ptsd), dopo un’esperienza straziante o un incidente – sostiene Kobler – potrebbero beneficiare di psicofarmaci che possono liberare il cervello dai brutti ricordi”. I farmaci. Kobler sottolinea la necessità di un atteggiamento più aperto verso lo sviluppo e l’uso di farmaci che possano essere in grado di alterare i ricordi, superando le riserve espresse da molti eticisti, che temono che in questo modo si possano alterare la personalità delle persone. “Questi argomenti – sostiene invece Kolber – non sono convincenti. I farmaci possono accelerare il processo di guarigione in modo più efficace rispetto al counselling”. Guardando ai più recenti studi di laboratorio, gli esempi non mancano: un farmaco chiamato ‘Zip’ ha dimostrato di bloccare la dipendenza da cocaina nei topi, cancellando il ricordo del luogo dove potevano trovarla. E “altri farmaci già testati sull’uomo – conclude Kobler – possono alleviare la sofferenza legata a ricordi di eventi traumatici”.