Quanto la popolazione ‘virale’ (viroma) del tratto intestinale si adatta alla dieta di ciascun soggetto
Nonostante una notevole variabilità da soggetto a soggetto, le popolazioni virali tendono a diventare simili in soggetti che seguono la stessa dieta
Il tratto digestivo dell’uomo ospita una miriade di diversi virus, ma finora sono rimasti scarsamente compresi i meccanismi con cui essi influenzano la salute dell’ospite.
In uno studio ora pubblicato online su Genome Research sono state analizzate le dinamiche delle popolazioni di virus – il cosiddetto viroma – dell’apparato digerente umano, chiarendo in che modo esso differisca da persona a persona e come risponda a variazioni della dieta.
“Il nostro corpo è come una barriera corallina”, ha esordito Frederic Bushman, della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, autore senior dello studio, “abitato da molte creature che interagiscono le une con le altre e con noi stessi”.
In sostanza, le interazioni tra virus, batteri e ospite umano hanno probabilmente signficative conseguenze per la salute umana, specialmente nel delicato ecosistema del microbioma del tratto digestivo.
In quest’ultimo studio, Bushman e colleghi hanno analizzato le dinamiche del viroma del tratto digestivo in risposta a determinati regimi alimentari. Il gruppo ha considerato sei volontari in buona salute suddivisi in tre gruppi in base alla dieta da seguire: a basso o ad alto tenore di fibre, nei primi due, e libera nel terzo caso.
Analizzando le sequenze del DNA di virus e batteri presenti nelle feci dei volontari prelevate per otto giorni, si è trovato che nonostante l’enorme variabilità individuale dei virus, l’intervento dietetico ha trasformato in modo significativo le proporzioni delle popolazioni in soggetti che seguivano la stessa dieta, con il risultato che le popolazioni virali sono diventate più simili.
“Lo studio fornisce una nuova comprensione delle popolazioni virali che vivono nel tratto digestivo umano, e dimostra come esse possano variare in modo radicale, e mostra come le variazioni dietewtiche possono influenzare non solo le popolazioni batteriche ma anche quelle virali”, ha commentato Bushman.