Tumori: la caffeina alleata della pelle esposta ai raggi solari: nuovo studio

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Le creme solari del futuro potrebbero ‘profumare’ di caffè. Un nuovo studio americano, pubblicato su’Pnas’, conferma e rafforza le possibili virtù della caffeina come nuovo alleato della pelle. Dopo varie ricerche condotte sui topi, l’idea degli scienziati è che la sostanza eccitante più amata dagli italiani possa essere utilizzata direttamente sulla cute per proteggerla dal rischio di cancro.

Al momento è soltanto un’ipotesi la cui bontà è tutta da verificare, ma i presupposti per una nuova generazione di abbronzanti ci sono e sono sempre più solidi. In precedenti ricerche era stato osservato che l’organismo di topi ai quali veniva somministrata acqua alla caffeina, e che successivamente venivano esposti a lampade a raggi Uvb, era in grado di eliminare le cellule danneggiate dagli ultravioletti, con un minor rischio di degenerazione da cellule sane a malate. L’effetto della caffeina dipenderebbe dalla sua capacità di inibire un particolare enzima chiamato Atr.

Il nuovo studio, condotto da esperti della Rutgers University e colleghi dell’università di Washington, ha utilizzato invece topi geneticamente modificati in modo da neutralizzare gli effetti della proteina Atre. Così facendo, gli scienziati hanno osservato che i roditori ingegnerizzati in modo da mimare l’azione della caffeina sviluppavano tumori meno rapidamente dei topi non modificati, presentavano il 69% di neoplasie in meno e avevano un rischio 4 volte inferiore di ammalarsi di tumori invasivi. Va anche precisato che, esposti costantemente ai raggi ultravioletti, sia i topi ‘ogm’ sia quelli non geneticamente modificati finivano comunque per sviluppare neolplasie. Ma secondo Allan Conney, direttore del Susan Lehman Cullman Laboratory for Cancer Research della Rutgers University, questo elemento sta semplicemente a indicare che l’inibizione dell’enzima Atr funziona al meglio quando le cellule della pelle sottoposta agli Uvb sono ancora in uno stadio precanceroso, cioè prima che i tumori causati dalla fotoesposizione si siano completamente ‘innescati’. “Nonostante sia già noto che le bevande a base di caffè siano associate a un minor rischio di sviluppare tumori cutanei diversi dal melanoma – sottolinea Conney – ora sono necessari altri studi per definire se l’uso topico della caffeina possa davvero inibire le neoplasie cutanee associate all’esposizione ai raggi solari”. Insomma, prima di spalmarsi caffè in spiaggia conviene aspettare di saperne di più. Ma gli scienziati non negano ottimismo: “La caffeina – conclude l’esperto Usa – potrebbe diventare un’arma in prevenzione sia perché inibisce l’enzima Atr sia perché agisce direttamente come schermo solare, assorbendo direttamente gli ultravioletti nemici della pelle”.

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