Alzheimer: un biomarker per terapie più tempestive
Sui nuovi criteri diagnostici per la malattia di Alzheimer, elaborati da un gruppo internazionale di esperti, sotto l’egida congiunta dell’Istituto Nazionale sull’invecchiamento e dell’Alzheimer’s Association americani, si riuniscono medici e ricercatori all’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, Istituto scientifico per la ricerca e la cura delle demenze, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, il 21 settembre. “La pubblicazione dei Nuovi Criteri Diagnostici rappresenta una svolta epocale che “mette in soffitta” i vecchi criteri del 1984 – spiega Orazio Zanetti, Direttore dell’Unita’ Operativa Alzheimer all’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia – in quanto prevedono che il percorso diagnostico, sia nella demenza di Alzheimer che nella malattia di Alzheimer prodromica/preclinica possa avvalesi dell’impiego di marcatori biologici e neuro radiologici. Cio’ significa che sara’ possibile identificare la malattia alle primissime avvisaglie. I marcatori infatti si sono rivelati in grado di identificare “in vivo” (in persone viventi) nel cervello sia l’accumulo eccessivo di proteina ?amiloide (ritenuta la colpevole della malattia) sia la presenza di degenerazione neuronale e consentono, nelle mani di esperti, di formulare la diagnosi di Alzheimer prima che questa evolva verso una demenza conclamata, quando ormai sono scarse le possibilita’ di intervento terapeutico”.
I Nuovi Criteri stanno animando il dibattito dei clinici e dei ricercatori, e la loro applicazione e’ destinata ad avere importanti ripercussioni sull’organizzazione dei servizi rivolti alla diagnosi, alla terapia ed al supporto dei famigliari. Nel contempo la carica innovativa, con il ricorso a indagini diagnostiche “tecnologiche” e sofisticate, che caratterizza i Nuovi Criteri diagnostici contribuira’ sicuramente a ridisegnare caratteristiche e funzioni dei circa 500 centri diagnostici per le demenze (UVA) diffusi nel territorio nazionale ed a rivitalizzarne l’attivita’.