Nuovo composto antidiabetico apre la strada a nuove terapie contro il diabete

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Un nuovo composto, non utilizabile direttamente come farmaco, permetterà la creazione di composti analoghi utili nella clinica

Il capostipite di una nuova classe di farmaci antidiabetici che sfruttano un particolare bersaglio molecolare è stato scoperto grazie a una ricerca congiunta dello Scripps Research Institute e del Dana-Farber Cancer Institute della Harvard University.

Il risultato apre la strada allo sviluppo di terapie antidiabetiche con un minimo rischio di insorgenza degli effetti collaterali che affliggono farmaci come rosiglitazone, già ritirato dal mercato in Italia e il cui ritiro è previsto questo autunno anche negli Stati Uniti a causa del rischio di insorgenza di eventi cardiaci.

Un nuovo articolo apparso sulla rivista Nature descrive il comportamento farmacologico del composto denominato SR1664, frutto di una ricerca guidata da Patrick R. Griffin, professore e capo del Dipartimento del Molecular Therapeutics dello Scripps Florida, Bruce Spiegelman, professore di biologia cellulare del Dana-Farber Cancer Institute, e Theodore Kamenecka, direttore scientifico associato di chimica medica dello Scripps Florida.

Lo studio segue una precedente ricerca pubblicata su Nature lo scorso anno in cui si ipotizzava un meccanismo che potrebbe essere implicato nell’insorgenza dell’insulino-resistenza. In quest’ultima ricerca gli autori hanno trovato mutazioni in diversi geni quando una proteina nota come PPARγ subisce il processo di fosforilazione (l’aggiunta di un gruppo fosfato) dalla chinasi Cdk5, un enzima che partecipa a numerosi cammini molecolari.

I risultati confermano che il blocco del Cdk5 nei confronti del PPARG è un approccio terapeutico plausibile: il nuovo composto SR1664 è un potente ligando del recettore nucleare PPARG, ma non attiva la trascrizione genica attraverso il meccanismo di normale del recettore.

La nuova ricerca dimostra chiaramente come l’SR1664 produca un minor numero di effetti collaterali come l’incremento di peso e l’aumento del volume plasmatico, rispetto ai topi non diabetici.

Sebbene entrambi i gruppi di trattamento abbiano dimostrato un miglioramento dei livelli glicemici, quelli che avevano assunto rosiglitazone mostravano un incremento di peso e ritenzione idrica, mentre quelli trattati con SR1664 non mostravano alcun effetto collaterale.

Negli studi su colture cellulari, anche l’SR1664 ha mostrato lievi effetti collaterali sulla formazione ossea, ma nessuno sulla generazione di tessuto adiposo, un altro effetto collaterale delle attuali terapie.

Sebbene l’S1664 non possa essere utilizzato direttamente per sviluppare un farmaco, servirà da punto di partenza per la creazione di composti simili che potenzialmente possono trattare il diabete.

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