“Diabete di tipo 1: approfondimenti e stato” Dalle parole dello scienziato Camillo Ricordi, le speranze e le prospettive di cura nei trapianti di isole pancreatiche
Milano 12 Ottobre 2011 – Si è svolto oggi l’incontro scientifico promosso dalla Fondazione Italiana Diabete (FID), in collaborazione con l’Ospedale Niguarda Cà Granda, con l’obiettivo di diffondere una corretta informazione sul Diabete di tipo 1, sugli interventi necessari per affrontare e gestire la patologia in modointegrato ed efficace ed, infine, per introdurre il ruolo fondamentale della ricerca nella prevenzione e nella cura.
Presente, per portare la sua testimonianza, una paziente italiana sottoposta nel 2005 a Miami al trapianto di isole pancreatiche e cellule staminali ottenute dalmidollo osseo e oggi in cura presso il Niguarda.
“Entro 5 anni potrebbe essere individuata una cura, ma non possiamo diffondere false speranze perché il tempo potrebbe essere anche superiore: una nuova cura dipenderà da quanto saremo efficienti nel superare le barriere che frenano innovazione e sviluppo” – ha dichiarato Camillo Ricordi , pioniere nei trapianti di isole pancreatiche e “padre” della Ricordi Chamber. Il noto ricercatore, Direttore del Diabetes Research Institute e del Centro Trapianti Cellulari dell’Università di Miami nonchè Presidente del Comitato scientifico della Fondazione Italiana Diabete, ha descritto lo stato dell’arte sulla patologia e le prospettive di cura future: il Diabete di tipo 1 oggi in Italia rappresenta il 2-3% di tutti i casi di diabete noto, con un rischio di aumento su scala mondiale.
Il diabete di tipo 1, a differenza del diabete di tipo 2 – che si manifesta generalmente dopo i 40 anni – colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. Si tratta di una malattia autoimmune, ovvero caratterizzata da una reazione del sistema immunitario che distrugge le cellule beta del pancreas, l’organo che produce l’insulina. Per questa ragione, il diabete di tipo 1 viene spesso anche definito “insulino-dipendente” perché chi ne è affetto non può vivere senza la somministrazione costante di insulina.
“Oltre il 50% delle persone affette dalla malattia non è consapevole della propria condizione che, soprattutto nel caso dei più piccoli, si manifesta spesso senza alcun visibile preavviso” ha dichiarato Nicola Zeni, Fondatore e Presidente della FID, nata nel 2009 per sostenere la ricerca scientifica e promuovere progetti per la cura definitiva del diabete.
La Fondazione Italiana Diabete è impegnata, in particolare, sul diabete di tipo 1 per arrivare a guarire migliaia di bambini e ragazzi che ne sono colpiti, perché la cura può rappresentare un contributo fondamentale, anche per i malati di diabete di tipo 2.
All’incontro sono intervenuti anche Federico Bertuzzi – Responsabile della Unità Isolamento e Trapianto Isole, Università degli Studi di Milano e Mario Marazzi – Responsabile Banca Tessuti Regione Lombardia