Chirurgia: protesi “a fiore” per intervento ernia sportivo

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Da oggi l’ernia guarisce con un fiore che reagisce ai movimenti. E’ la nuova protesi dinamica in 3D per il trattamento chirurgico dell’ernia inguinale.

Per la prima volta niente piu’ suture e fissaggi, ma un dispositivo che si muove in armonia con le strutture addominali, garantendo ai pazienti una migliore qualita’ di vita quotidiana nel periodo post-operatorio. “Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel trattamento dell’ernia inguinale – spiega il professor Giuseppe Amato docente presso la Scuola di Specializzazione in Chirurgia dell’Universita’ di Palermo – La protesi, costruita in polipropilene, un materiale sintetico di corrente utilizzo in chirurgia, e’ tridimensionale e viene impiantata senza punti di sutura. Cio’ permette di evitare le complicanze tipiche degli interventi tradizionali, come gli strappi ai tessuti, il sanguinamento, il dolore cronico da “tensione” ed il “nerve entrapment”. Si tratta di un vero e proprio “intrappolamento” di uno o piu’ dei tre piccoli nervi presenti nell’area inguinale da parte dei punti di sutura o da parte del callo cicatriziale generato dalle reti convenzionali.

A differenza delle protesi tradizionali, tutte statiche e passive perche’ non seguono i movimenti naturali della regione inguinale, questo device, muovendosi all’unisono con le strutture della zona inguinale ed assecondandone i movimenti,non viene percepito come corpo estraneo dall’organismo”. Intervento rapido, indolore e senza complicanze La protesi dinamica viene inserita nella parete addominale senza bisogno di suture e fissaggi. L’intervento nell’80% dei casi si esegue in anestesia locale e in tempi brevi, meno di 30 minuti. I passaggi iniziali dell’intervento, prima del posizionamento della protesi, sono quelli consueti a ciascun chirurgo ma il tempo finale e’ molto piu’ semplificato, grazie alla nuova protesi che, grazie ad un apposito applicatore, si inserisce ad espansione, richiudendo senza fissaggio l’apertura erniaria.Dal punto di vista dei pazienti, si riscontra una netta diminuzione delle complicanze postoperatorie, in particolare emorragie ed ematomi legati alla lacerazione dei punti di sutura. Si azzerano, in pratica, le percentuali relative alle complicanze rispetto agli interventi classici: 0% di infezioni contro il 5% delle mesh, 0% di recidiva contro il 10% delle reti tradizionali, 0% di dolore cronico contro il 7%, 0% di complicanze intraoperatorie verso il 3% medio delle operazioni finora effettuate. Inoltre, si dimezza la comparsa di seromi (dal 12 al 6%) e si riduce di un quinto la manifestazione di ematomi (da circa il 15% al 3%). La mancanza di “ancoraggi”, inoltre, permette di annullare la tensione dei tessuti operati, evitando reazioni cicatriziali “callose” tipiche delle protesi convenzionali.

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