Dal MIT studio su ‘stelline’ negli occhi, che potrebbe portare ad una soluzione contro la cecità

Succede a tutti, quasi ogni giorno: capita di alzarsi troppo velocemente e di ‘vedere le stelle’. Ma si tratta di qualcosa di più di un fenomeno fisiologico: analizzando l’area del cervello che crea questi piccoli lampi di luce si potrebbe arrivare a trovare un rimedio per la cecità.

Le classiche ‘stelline’ appaiono quando alcune zone del cervello che elaborano le informazioni visive vengono attivate da un improvviso flusso sanguigno alla testa. E le persone sperimentano questi ‘fosfeni’, nome scientifico del fenomeno, anche se hanno gli occhi chiusi o se sono cieche. Dunque, si tratta di un meccanismo indipendente dalla capacità visiva.
Peter Schiller e i suoi colleghi del Mit hanno provato a stimolare le aree cerebrali in questione nelle scimmie per studiare i fosfeni, scoprendo con un esperimento sia la dimensione delle ‘stelline’ sia che esse possono assumere una varietà di colori, tra cui rosa, blu, verde e giallo. “Vogliamo capire come funziona questo fenomeno per aiutare i non vedenti” dice Schiller. Studi come questo, infatti, potrebbero consentire di ridare la vista a persone che hanno perso la funzione dei loro occhi, ma hanno un cervello perfettamente integro, assicurano gli esperti.