Glaucoma: arriva da Londra un nuovo metodo diagnostico

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Un team di ricercatori inglesi ha appena messo a punto un nuovo metodo per la diagnosi del glaucoma.

Questo potrebbe cambiare il modo in cui gli operatori sanitari misurano la pressione oculare e quindi potrebbe consentire di anticipare la diagnosi di rischio e aumentare i margini di riuscita dell’intervento. Il glaucoma e’ la seconda causa piu’ comune di perdita irreversibile della vista in tutto il mondo.

Lo studio e’ stato pubblicato sulla rivista Investigative Ophthalmology & Visual Science e riporta la distribuzione e le cause della cosiddetta pressione intraoculare (IOP). Secondo gli autori, i medici hanno da tempo riconosciuto che i metodi clinici di valutazione della pressione oculare presentavano alcuni difetti di precisione, soprattutto in conseguenza delle proprieta’ fisiche della cornea. Lo studio appena pubblicato rappresenta il primo studio si larga scala basato sulla popolazione relativo alle misure di biomeccanica della cornea. “In precedenza, e’ stata utilizzata una misura piuttosto grezza, ovvero lo spessore corneale centrale, come indice di biomeccanica della cornea”, ha detto l’autore della ricerca Paul J. Foster, docente presso lo University College London Institute of Ophthalmology, “Ora abbiamo usato un dispositivo che genera misure di biomeccanica della cornea in collaborazione con IOP e tenta di correggere IOP in relazione alle proprieta’ fisiche corneali”. Reclutati tra il 1993 e il 1997, la coorte dello studio ha incluso circa 25.000 uomini e donne, prevalentemente caucasici, di eta’ compresa tra 40-79 che vivono nella parte orientale dell’Inghilterra. Dal 2006 al 2010, un esame di salute e’ stato condotto per valutare in modo oggettivo diverse caratteristiche fisiche, cognitive e oculari dei partecipanti. Il team di ricerca ha utilizzato un tonometro senza contatto, l’analizzatore di risposta oculare, per ottenere la pressione dell’occhio e della cornea e dati biomeccanici di 4.184 partecipanti allo studio, di eta’ compresa tra i 48 anni e 91 anni. “Le misurazioni piu’ accurate della pressione intraoculare e l’interpretazione dei risultati in termini di cio’ che si vede nella popolazione ‘normale’ sono parametri fondamentali nel momento in cui gli operatori sanitari effettuano esami oculistici di routine”, ha detto Foster.
“Useremo i nostri risultati per valutare la validita’ delle attuali linee guida di trattamento del glaucoma, rispetto ai livelli di rischio attribuiti a specifici livelli di pressione intraoculare”.

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