Il singolare legame tra narcolessia e obesità
L’anello di congiunzione fra i due fenomeni è rappresentato dall’orexina, un ormone neuropeptidico che stimola l’appetito e lo stato di veglia
Le persone affette da narcolessia non vengono solo colpite da improvvisi attacchi di sonno incoercibile, ma hanno anche la tendenza ad aumentare di peso, anche se spesso mangiano poco. Le ragioni di questa singolare circostanza non erano finora state ben chiarite, quanto meno nel loro dettagli biomolecolari, una lacuna a cui ora ha posto rimedio uno studio condotto da ricercatori dello Sanford-Burnham Research Institute a Orlando (Florida), che lo illustrano inun articolo pubblicato sulla rivista Cell Metabolism.
L’anello di congiunzione è rappresentato dall’orexina – un ormone neuropeptidico che stimola l’appetito e lo stato di veglia – la cui carenza sarebbe all’origine del fenomeno.
Pur aumentando la fame, l’orexina ha infatti la capacità di stimolare il metabolismo del grasso bruno, facilitandone la formazione a partire dai suoi precursori: mentre il grasso bianco immagazzina calorie in funzione di deposito, il grasso bruno viene rapidamente bruciato per mantenere la temperatura corporea. In questo modo il bilancio del metabolismo lipidico viene spostato leggermente verso quello del grasso bruno, con un leggero aumento della temperatura basale della persona, e un maggior consumo calorico. E’ noto che la produzione di grasso bruno viene stimolata nell’organismo quando si trascorrono molte ore in un ambiente freddo.
Le cellule del tessuto adiposo bruno contengono i lipidi in modo disperso, in minute goccioline, circondate da un cospicuo numero di organelli cellulari pronti a utilizzarli per generare energia, mentre nelle cellule del tessuto adiposo bianco – che formano i caratteristici depositi sottocutanei di grasso – i lipidi sono concentrati in un’unica grande goccia e gli organelli per la produzione di energia scarseggiano.
“Il nostro studio fornisce una possibile spiegazione del fatto che alcune persone sono in sovrappeso o obese, nonostante non mangino troppo: potrebbero avere una carenza rispetto all’orexina necessaria ad attivare il grasso bruno e aumentare il dispendio energetico”, ha spiegato Devanjan Sikder, che ha coordinato lo studio.
L’orexina si è peraltro domostrata una sostanza coinvolta in numerosi funzioni funzioni biologiche e lo squilibrio nei suoi livelli è stata correlata anche ai meccanismi di craving alcolico e alla deposizione delle placche di proteina beta amiloide nei pazienti sofferenti di Alzheimer.