Anziani con disturbi respiratori a rischio di demenza
I disturbi respiratori nel sonno tra le donne anziane provocano la scarsa ossigenazione del sangue (ipossiemia) e aumentano il rischio di sviluppare demenza e deterioramento cognitivo. A sostenerlo, una ricerca della University of California a San Francisco, negli Stati Uniti riportata sulle pagine di Jama, Journal della American Medical Association. Il disturbo respiratorio nel sonno, caratterizzato da ricorrenti risvegli dal sonno e ipossiemia intermittente, e’ comune tra gli adulti e colpisce fino al 60 per cento della popolazione anziana. Numerosi i pericoli per la salute associati alla patologia notturna tra cui l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e il diabete.
Precedenti studi avevano mostrato un’associazione tra demenza e decadimento cognitivo lieve e disturbi respiratori nel sonno.
La ricerca ha misurato la connessione, monitorando le attivita’ fisiologiche durante il sonno attraverso la polisonnografia. I ricercatori hanno esaminato 298 donne anziane che non avevano segni di demenza quando e’ iniziato lo studio, di eta’ media di 82,3 anni e valutate secondo gli episodi di apnea-ipopnea durante il sonno. Del campione coinvolto, il 35,3 per cento soffriva di disturbi respiratori nel sonno. Seguite per una media di 4,7 anni, il 20,1 per cento ha sviluppato un deterioramento cognitivo lieve, il 15,8 per cento ha sviluppato demenza. In definitiva, il 44,8 per cento delle donne con rilevanti disturbi respiratori nel sonno hanno sviluppato demenza o decadimento cognitivo lieve rispetto al 31,1 per cento delle coetanee sane. I risultati rivelano anche come il maggior rischio di decadimento cognitivo sia legato principalmente agli episodi ricorrenti di ipossia.