AIDS: sarà italiana una cura che “addormenta” il virus HIV

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SIVmac251

Studiando scimmie infettate dal virus dell’Aids, ricercatori italiani hanno dimostrato che il controllo virale spontaneo è possibile dopo la sospensione della terapia antiretrovirale.

I risultati sono stati presentati all”International Workshop on Hiv Persistence, Reservoirs & Eradication Strategies’, in corso nell’isola caraibica di St Maarten con la partecipazione di 215 specialisti. L’incontro è sostenuto dal National Institute of Health (Nih) di Bethesda (Usa) e dall’Agenzia francese per la ricerca sull’Aids.
Nella seconda giornata del workshop, Andrea Savarino e il suo team dell’Istituto superiore di sanità hanno dunque parlato di una possibile svolta verso una cura funzionale dell’Hiv, cioé una situazione nella quale si ottiene un’assenza di replicazione virale pur in presenza di materiale genetico dell’Hiv nell’organismo e avendo interrotto la terapia antiretrovirale. Di solito, infatti, quando il paziente smette di assumere i farmaci si ha un ‘balzo’ della viremia a causa della persistenza di serbatoi dell’Hiv nel corpo.

Per l’esperimento sono stati infettati alcuni macachi con il SIVmac251, virus ‘controparte’ dell’Hiv umano nei primati. Diciotto animali hanno ricevuto terapia antiretrovirale e in alcuni casi agenti anti-serbatoi virali. Erano incluse cinque scimmie coinvolte in uno studio pilota su regimi multifarmacologici anti-Hiv (che colpivano il virus a più livelli) in combinazione con il farmaco antiretrovirale maraviroc, auranofina e l’inibitore della sintesi del glutatione butionina sulfossimina (Bso), che già avevano mostrato facilitare l’eliminazione delle cellule infettate.
La differenza fra l’Rna virale prima e dopo il periodo di trattamento è stata positivamente correlata con il numero di strategie potenzialmente efficaci contro il serbatoio virale che le scimmie avevano ricevuto. Livelli di virus non rilevabili alle analisi (<40 copie/ml) per periodi prolungati (follow up medio 115 giorni), in particolare, sono stati mantenuti in assenza di qualsiasi terapia in due macachi a seguito di sospensione dei trattamenti ricevuti. Questi dati mostrano per la prima volta che è possibile ottenere un controllo spontaneo della carica virale nella fase cronica dell’infezione e aprono la strada verso una cura funzionale dell’Hiv.
“Questa è la prima volta nella storia – commenta Savarino all’Adnkronos Salute – che si ottiene una sorta di remissione dell’infezione nella sua fase cronica a seguito di trattamenti farmacologici. Ricordiamo che, al momento attuale, il trattamento di Hiv/Aids è basato su una somministrazione cronica di farmaci che non può essere interrotta per tutta la vita del paziente. A seguito di ulteriori indagini che dovranno essere effettuate, se la strategia si rivelerà efficace sull’uomo – conclude il ricercatore – si aprirà una nuova strada verso la cura funzionale dell’Aids, che potrà permettere alle persone affette da questa patologia di emanciparsi dalla somministrazione continua di farmaci antiretrovirali”.(Adnkronos)

1 thought on “AIDS: sarà italiana una cura che “addormenta” il virus HIV

  1. Il dottor Savarino dovrebbe spiegarci perchè ritiene che ridurre il glutatione in un paziente s+ aiuti il paziente. Il glutatione è l’antiossidante endogeno prodotto dall’organismo e ha numerose funzioni prima fra tutte quella di detossificare l’organismo e in secondo luogo il glutatione agisce in maniera favorevole nella conta dei cd4. Quindi il dottor Savarino con questa terapia cosa auspica di portare nei pazienti? Ulteriori crolli dei cd4? Morte? Dipendenza da farmaci? Ma ci faccia il piacere…

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