Corsi di Make Up anti cancro: per non dimenticare di essere donne
Il cancro della cervice uterina è il primo tumore totalmente riconducibile a un’infezione. Controlli regolari, vaccinazioni e pap test permettono di sconfiggere la patologia. E per superare i momenti di depressione e non perdere la voglia di valorizzarsi corsi di make up organizzati dall’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania. In un anno 120 le pazienti che hanno aderito all’iniziativa.
Catania, 14 dicembre 2011 – 3418 nuovi casi diagnosticati ogni anno, in media 9,8 casi di tumore della cervice uterina ogni 100mila donne. Sono i numeri italiani dell’incidenza del tumore al collo dell’utero, carcinoma che a livello mondiale si attesta al secondo posto tra i tumori maligni femminili, con circa 500mila nuovi casi all’anno e che rappresenta la terza causa di morte per cancro, dopo quello al seno e al polmone.
Il tumore al collo dell’utero è stato per molto tempo il più frequente, associato a un’alta mortalità. Negli ultimi anni, invece, si è registrato un significativo trend di diminuzione sia nell’incidenza sia nella mortalità, grazie soprattutto all’introduzione del pap test, il principale strumento di diagnosi precoce. “La prevenzione per il tumore del collo dell’utero è fondamentale” sottolinea il dottor Giuseppe Banna, oncologo presso l’Oncologia medica, Dipartimento materno infantile dell’AO Cannizzaro di Catania. “È molto importante che venga fatto almeno un pap test l’anno. La vaccinazione inizialmente interessava solo le ragazze tra i 9 e i 17 anni, adesso si vaccinano donne fino a 35 anni, anche se l’età migliore resta i 12 anni ed è gratuita. Il vaccino è disponibile a un terzo del prezzo fino a 27 anni, dopo i 30 anni è a carico totale dell’assistito. La vaccinazione garantisce l’immunità nei confronti dell’infezione dai ceppi più pericolosi di papilloma virus umani (HPV). L’infezione da HPV è molto diffusa, al punto che possiamo dire che circa il 90% della popolazione viene a contatto con il virus almeno una volta nella vita e che questo virus, nel 95% dei casi, è la causa principale che scatena il tumore. Per questo visite regolari con pap test e vaccinazione devono andare di pari passo. Dall’infezione HPV alla malattia invasiva c’è un periodo di incubazione nel quale avviene la mutazione cellulare che può impiegare fino a 15 anni. Quando il tumore della cervice viene diagnosticato in fase iniziale le chance di guarigione sfiorano il 100%”.
Numerosi studi hanno evidenziato che dopo il contatto con il virus può svilupparsi una malattia precancerosa (definita come HSIL, High-grade Squamous Intraepithelial Neoplasia) che successivamente può trasformarsi in carcinoma. È pur vero, tuttavia, che la maggior parte degli HPV sono innocui sotto il profilo oncologico e che comunque solo una parte minoritaria causa il cancro del collo dell’utero.
“Ogni anno si rilevano 100-120 casi di tumore della cervice da HPV. A seconda del grado di avanzamento della neoplasia si passa da trattamenti molto conservativi ad altri più radicali. In presenza di displasie lievi è possibile intervenire in modo conservativo, con un gesto chirurgico blando” dichiara il dottor Giuseppe Scibilia, dirigente medico di ginecologia e ostetricia del Dipartimento materno infantile dell’AO Cannizzaro di Catania. “Si tratta di interventi fatti in regime ambulatoriale, che non richiedono un periodo post operatorio di recupero. Un controllo regolare e la vaccinazione sono due aspetti fondamentali per arrivare a una cura e a una guarigione conservativa che mantiene la fertilità”.
L’AO Cannizzaro di Catania è un centro di riferimento da almeno 15 anni ed è all’avanguardia anche per un progetto che aiuta le donne colpite da tumore a non perdere la voglia di valorizzare la propria immagine: occhi più grandi, pelle luminosa, labbra più definite e un corso di trucco che insegni come fare.
“Si tratta di un progetto locale che prevede, una volta al mese, una seduta di make up” spiega il dottor Banna. “Nel corso della seduta di chemioterapia viene fornita una pochette con cosmetici messi a disposizione da un’azienda che ha supportato l’iniziativa. I vari step del make up sono illustrati e spiegati da un’estetista con il coordinamento della psicologa, la dottoressa Sonia La Spina. Durante la seduta le donne possono apprendere i segreti del make up e affrontare in maniera più leggera questa fase difficile della terapia”.
E i risultati non sono mancati: 120 sono le pazienti che finora hanno aderito all’iniziativa, che partita un anno fa, non solo proseguirà ma verrà diffusa a livello regionale con l’aiuto della Onlus Medicare.
“Le donne affette da una neoplasia non devono dimenticare di essere donne” conclude il dottor Banna, “e possono imparare a valorizzarsi anche in un momento in cui la perdita dei capelli, la mancanza di energie e l’incapacità di condurre una vita lavorativa normale possono prendere il sopravvento. Il particolare che mi ha colpito è che tutte le pazienti lasciano queste sedute con il sorriso”.