Cancro del polmone: si inizia a dare identità alle mutazioni cellulari che ne causano l’incidenza

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I ricercatori del Translational Genomics Research Institute (TGen) hanno iniziato a identificare le mutazioni e le trasformazioni cellulari che portano al cancro del polmone nei non fumatori. Secondo i ricercatori si tratta di un primo passo per l’identificazione di potenziali bersagli terapeutici. “Siamo a un punto di partenza, certamente le forme di alterazione dell’espressione genica sono numerose” ha sottolineato Timothy G. Whitsett, ricercatore presso la TGen’s Cancer and Cell Biology Division.


Whitsett ha presentato i risultati della ricerca oggi, all’Associazione americana per la Ricerca sul Cancro (AACR) e l’Associazione internazionale per lo Studio del Cancro del Polmone (IASLC), in occasione della Conferenza congiunta sulle ‘Origini molecolari del cancro ai polmoni: Biologia, Medicina e Terapia Personalizzata’, in corso a San Diego. “Abbiamo a che fare con un sottoinsieme molto importante di pazienti con cancro ai polmoni, e la nostra ricerca mira a identificare i percorsi e i geni potenzialmente guida per questo tipo di tumore”, ha spiegato Whitsett. Secondo i protocolli sono definiti ‘non fumatori’ coloro che hanno fumato meno di 100 sigarette nella loro vita.

In questa popolazione si verificano circa il 10 per cento dei casi di cancro al polmone. Whitsett e il suo team hanno esaminato tre pazienti donne con adenocarcinoma: una non fumatrice con malattia in stadio precoce, una non fumatrice con malattia in stadio avanzato e, per un confronto, un fumatore con malattia in stadio precoce.
Il team ha eseguito sia il sequenziamento del genoma (WGS), sia il sequenziamento dell’intero trascrittoma (WTS) su ogni paziente al fine di identificare le mutazioni genetiche e le alterazioni che avrebbero potuto portare allo sviluppo e alla progressione del loro cancro al polmone. “Nel non-fumatore con tumore in fase iniziale, ci sono pochissime mutazioni nel genoma, ma quando abbiamo analizzato l’intero trascrittoma abbiamo potuto individuare le differenze di espressione genica”, ha detto Whitsett. Nel non-fumatore con malattia in stadio avanzato, i ricercatori hanno trovato mutazioni in quello che Whitsett ha definito un “classico gene-soppressore del tumore”. L’esperto e i colleghi quindi ipotizzano che mutazioni del gene soppressore siano un fattore del cancro al polmone nei non fumatori. Whitsett ha infine sottolineato che l’utilizzo di WGS e WTS per identificare le origini molecolari del cancro “e’ diventato un modo per immergersi in un singolo tumore per cercare di capirne i percorsi e, di qui, individuare dei possibili interventi terapeutici”.

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