Glioblastoma: una esaustiva ricerca sul suo sviluppo e progressione
La maggior parte delle ricerche sullo sviluppo del glioblastoma, un tumore al cervello con prognosi infausta, si e’ finora concentrata sulla trascrizione genetica, ma ora gli scienziati suggeriscono che anche la fase della regolazione post-trascrizionale potrebbe essere altrettanto importante, se non addirittura piu’ decisiva. In un articolo pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Research, organo dell’American Association for Cancer Research, un gruppo di scienziati guidati da Luiz O. F. Penalva, docente presso il Dipartimento di biologia cellulare e strutturale dell’Health Science Center di San Antonio – Universita’ del Texas, ha illustrato come la connessione tra due proteine di RNA (Musashi1 e Hur) possono avere importanti conseguenze per il glioblastoma. “Si tratta di una scoperta assolutamente nuova rispetto a quello che finora potevamo soltanto immaginare a proposito di quel che sapevamo del glioblastoma”, ha detto Penalva. “La maggior parte di cio’ che sappiamo dalle ricerche sinora condotte su questa patologia, infatti, si limita alla trascrizione genica. Ma ora abbiamo dimostrato che ci sono anche altri processi regolativi che prescindono dalla trascrizione e che, ciononostante, contribuiscono alla formazione del tumore”. Le proteine di RNA costituiscono la chiave di tutti i processi cellulari, dallo splicing alla traduzione. Le modifiche che interessano sia la loro funzione sia la loro espressione, possono avere conseguenze drammatiche per la produzione di proteine e condurre a stati patologici, tra cui il cancro.
Penalva e il suo team hanno mostrato che un aumento dei livelli di Hur regola l’espressione di un altra proteina, Musashi1. Entrambe le proteine controllano l’espressione dei geni legati al cancro, e la loro interazione mette insieme due reti geniche essenziali allo sviluppo del glioblastoma. I risultati rappresentano un deciso passo in avanti per la comprensione della malattia. “Per curare il cancro bisogna capire cosa scatena la formazione dei tumori. Se continuiamo a pensare che tutta l’attivita’ avviene a livello della trascrizione, rischiamo di prendere in giro noi stessi”, ha concluso il ricercatore americano.