Nuovo trattamento contro il carcinoma ovarico

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La Commissione Europea ha approvato bevacizumab in combinazione con chemioterapia standard (carboplatino e paclitaxel) nel trattamento di prima linea, dopo la chirurgia, per le donne affette da carcinoma ovarico in stadio avanzato. Lo rende noto un comunicato della Roche.

Il carcinoma ovarico rappresenta, tra i tumori ginecologici, la forma a piu’ elevata mortalita’: si stima che ogni anno nel mondo venga diagnosticato a 220.000 donne, con circa 140.000 decessi. L’approvazione di bevacizumab rappresenta un importante passo avanti nel trattamento delle donne affette da carcinoma ovarico, per le quali il trattamento e’ stato finora limitato a chirurgia e chemioterapia. “L’approvazione di bevacizumab rappresenta negli ultimi 15 anni il primo importante passo avanti nel trattamento del carcinoma ovarico”, ha dichiarato Hal Barron M.D., Chief Medical Officer e Head, Global Product Development di Roche.

“Si tratta della quinta forma di tumore per cui bevacizumab ottiene l’approvazione in Europa, rendendo il farmaco uno dei pochi biologici indicati per differenti tipi di neoplasie”. Bevacizumab ha dimostrato in due studi di fase III (GOG0218 e ICON7) che nelle donne con diagnosi di carcinoma ovarico in stadio avanzato che ricevono un trattamento con bevacizumab in combinazione con chemioterapia, seguito da bevacizumab in monoterapia, sono vissute significativamente piu’ a lungo senza peggioramento della malattia (sopravvivenza libera da progressione) rispetto alle pazienti sottoposte alla sola chemioterapia. Il carcinoma ovarico e’ correlato a elevate concentrazioni plasmatiche del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), una proteina associata alla crescita e alla diffusione del tumore.
Bevacizumab inibisce in modo specifico il VEGF, le cui concentrazioni elevate sono correlate allo sviluppo di ascite (versamento liquido patologico nella cavita’ addominale), peggioramento della malattia e prognosi infausta nelle donne con carcinoma ovarico.
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