Alzheimer: lunghe dormite per ritardarne l’insorgenza

Dormire di piu’ riduce le possibilita’ di ammalarsi di Alzheimer secondo un nuovo studio della University School of Medicine di Saint Louis che sara’ presentato al meeting dell’American Academy of Neurology a New Orleans.

Lo studio ha determinato che il 25 per cento ha mostrato tracce di placche amiloidi, segni di Alzheimer futuro. La quantita’ media di sonno rilevata e’ stata di 8 ore ridotta a 6,5 ore a causa di varie interruzioni durante la notte. In definitiva, coloro che hanno speso l’85 per cento del tempo trascorso a letto dormendo profondamente hanno minori possibilita’ di ammalarsi di Alzheimer (fino a cinque volte in meno) rispetto a coloro che hanno trascorso l’85 per cento del tempo a rigirarsi tra le lenzuola. Ju conclude: “L’associazione tra il sonno interrotto e le placche amiloidi e’ intrigante, ma e’ bene precisare che le informazioni offerte da questo studio non possono ancora determinare un chiaro rapporto causa-effetto. Dovremo monitorare il sonno delle persone nel corso degli anni per determinare se il sonno interrotto porti effettivamente alla produzione di placche amiloidi. Il nostro studio, quindi, pone le basi per capire se la manipolazione del sonno sia una possibile strategia per la prevenzione o il rallentamento della malattia”.