[Cordis] Perché le vitamine possono essere l’arma di lotta contro la malaria
Alcuni ricercatori inglesi e tedeschi coordinati dall’Università di Southampton nel Regno Unito hanno scoperto che le vitamine potrebbero aiutare a combattere la malaria.
I risultati dello studio, presentati sulla rivista Structure, potrebbero incoraggiare lo sviluppo di farmaci più efficaci per combattere questa malattia. Questo disturbo colpisce oltre 250 milioni di persone l’anno e uccide più di 650.000 persone. Lo studio è stato in parte finanziato attraverso il Sesto programma quadro (6° PQ) dell’UE.
Le vitamine sono sostanze nutritive essenziali, necessarie solo in piccole quantità. La mancanza di queste piccole quantità però porta a deficienze. I ricercatori credono che vari microorganismi patogeni producano vitamine, le via biosintetiche potrebbero essere il fattore chiave per mettere in pratica e far funzionare nuove cure.
Gli studi hanno mostrato che gli antifolati che si rivolgono alla biosintesi della vitamina B9 dei parassiti della malaria hanno un ruolo fondamentale nella cura della malaria. È necessario precisare che i ricercatori hanno messo in evidenza la biosintesi delle vitamina B6 del parassita come nuovo obiettivo dei farmaci.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sostiene che una diagnosi precoce e una cura sollecita sono i due elementi fondamentali per il controllo della malaria. La cura precoce ed efficace di questa malattia può ridurre la durata e l’estensione dell’infezione.
Uno dei problemi principali però nel tentativo di controllare la malaria e l’alto grado di resistenza sviluppato dalle specie di Plasmodium contro le cure in uso oggi. La malaria si trasmette attraverso le punture delle zanzare infette. Quindi trovare nuovi obiettivi per i farmaci e per i chemioterapici antimalaria è imperativo.
In questo studio i ricercatori hanno identificato gli enzimi malarici responsabili della biosintesi delle vitamina B6 con strutture atomiche tridimensionali (3D). Il team sottolinea che la biosintesi della vitamina B6 è un processo molto organizzato che comporta un complesso enzimatico di 24 subunità proteiche. Usando la microscopia elettronica hanno dimostrato il raggruppamento a partire da proteine singole.
“Gli studi strutturali spiegano come questi enzimi vitali sono attivati e mostrano il substrato della biosintesi delle vitamina B6 che sicuramente fornirà nuove conoscenze sulla chimica della biosintesi PLP,” dice il dott. Ivo Tews, lettore di biologia strutturale presso l’Università di Southampton. “Il complesso enzimatico ha un affascinante tunnel interno per il trasferimento degli intermediari della reazione reattiva. Gli studi hanno scoperto anche un’inaspettata organizzazione dei complessi enzimatici in fibre. I nuovi dati sono un punto di partenza per lo sviluppo di specifici inibitori rivolti o ai siti attivi dell’enzima o al raggruppamento delle proteine in complessi funzionali.”
Per maggiori informazioni, visitare:
Università di Southampton:
http://www.soton.ac.uk/
Structure:
http://www.cell.com/structure/home