Infarto. Ticagrelor, il nuovo farmaco che riduce gli eventi e la mortalità cardiovascolare
IL NUOVO TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DELL’INFARTO PER LA RIDUZIONE DEGLI EVENTI
E DELLA MORTALITÀ CARDIOVASCOLARE
Dalla ricerca scientifica AstraZeneca, un antiaggregante piastrinico efficace nel ridurre il rischio combinato di infarto miocardico, morte cardiovascolare, ictus
Milano, 28 febbraio 2012 – Con circa 130.000 ricoveri ospedalieri all’anno e un tasso di mortalità in unità coronarica che può arrivare al 10%, la Sindrome Coronarica Acuta – ovvero le diverse forme di infarto e l’angina instabile – rappresenta una condizione patologica tra le più gravi e con un impatto sociale rilevante,1 in particolar modo per gli anziani e le persone affette da diabete mellito.2
Per i pazienti affetti dalla Sindrome Coronarica Acuta è ora disponibile anche in Italia ticagrelor, un antiaggregante piastrinico di nuova generazione efficace nel ridurre il rischio combinato di infarto miocardico, morte cardiovascolare, ictus. Questo risultato è guidato da una riduzione del rischio relativo di morte cardiovascolare, rispetto alla terapia standard, con un buon profilo di rischio emorragico.3
Grazie alle sue proprietà farmacologiche e al suo meccanismo d’azione che permette un’insorgenza d’azione rapida e reversibile, ticagrelor si è dimostrato efficace per tutti i pazienti affetti da SCA, indipendentemente dal loro genotipo e dalla tipologia di intervento attuata in acuto.
Queste evidenze sono state dimostrate da un importante studio di confronto (PLATO A study of PLATelet inhibition and patients Outcomes, multicentrico e randomizzato), condotto su 18.624 pazienti in 43 paesi nel mondo, che ha valutato positivamente l’efficacia e la sicurezza del nuovo antiaggregante orale
ticagrelor, in confronto alla terapia standard con clopidogrel.3
Sulla base di queste evidenze, ticagrelor è menzionato nelle principali Linee Guida europee, americane e canadesi e ha, inoltre, ottenuto ad oggi l’autorizzazione al commercio in 65 paesi nel mondo.
Ticagrelor in associazione con l’aspirina, è indicato per la prevenzione di eventi cardiovascolari in pazienti adulti affetti da sindrome coronarica acuta, compresi i pazienti trattati con la sola terapia medica, sottoposti ad angioplastica o all’impianto di bypass aorto-coronarico per ripristinare la pervietà delle arterie coronariche occluse.
L’INFARTO È UNA MALATTIA CRONICA CON UN ESORDIO ACUTO,
CON UN IMPATTO SOCIALE SEMPRE PIÙ RILEVANTE
Gli infarti NONSTEMI, in particolare, sono in progressivo aumento con una frequenza quasi doppia rispetto agli infarti STEMI (rispettivamente 61,1% contro 38,9%, nel 2005), – commenta il Dr. Francesco Bovenzi, Direttore Dipartimento Cardio-Respiratorio Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale Campo di Marte a Lucca – La diminuzione nella prevalenza di questi ultimi è almeno in parte dovuta ai progressi nella gestione dell’emergenza-urgenza in acuto ma anche agli interventi sugli stili di vita e alle terapie farmacologiche. Purtroppo, ancora oggi, il 60% di chi sopravvive al primo infarto va incontro ad un secondo evento, con un rischio di mortalità tre volte maggiore”.
“Occorre tener presente – aggiunge il Dr. Marino Scherillo, Direttore del Dipartimento CardioScienze dell’Azienda Ospedaliera Rummo di Benevento e Presidente Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) – che per curare l’infarto, in Italia sono attive 416 Unità Coronariche – in pratica una ogni 150.000 abitanti – di cui circa la metà con Emodinamica per effettuare l’angioplastica coronarica d’urgenza, omogeneamente distribuite su tutto il territorio nazionale. Se il paziente con infarto si ricovera
1 Il valore della vita. I numeri dell’infarto e del dopo infarto.
http://www.ilvaloredellavita.it/content/i-numeri-dell%E2%80%99infarto-e-del-dopo-infarto.
2 Perugini E, Maggioni AP, Boccanelli A, Di Pasquale G. G Ital Cardiol 2010; 11 (10): 718-729.
3 Wallentin L et al. NEJM 2009;361(11):1045-1057.
in Unità Coronarica, la mortalità è solo del 3%, tra le più basse osservate in Europa, come attesta uno studio dell’ANMCO condotto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Questo studio ha inoltre evidenziato che la mortalità per infarto raddoppia a 30 giorni dalla dimissione e quasi quadruplica a 1 anno. Ciò a dimostrazione del fatto che l’infarto è una malattia cronica con un esordio acuto, che necessita di costante attenzione nell’aderenza alla terapia farmacologica. I cardini della terapia farmacologica dell’infarto miocardico – aggiunge Scherillo – sono rappresentati da ASA e antiaggreganti piastrinici di nuova generazione, dalle statine, ACE-inibitori o sartani e dai betabloccanti: le quattro classi di farmaci che hanno ripetutamente dimostrato di ridurre mortalità e morbilità per infarto, sia nella fase acuta sia in quella post-acuta”.
RAPIDITÀ ED EFFICACIA PER TUTTI I PAZIENTI
PER RISPONDERE AI BISOGNI DI UNA TERAPIA OTTIMALE
“Negli anni, la ricerca scientifica ha prodotto un progresso significativo nell’ottica di rendere più efficace il trattamento dell’infarto miocardico – sostiene il Prof. Salvatore Novo, Direttore della cattedra di malattie cardiovascolari dell’Università di Palermo e Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) – Gli obiettivi terapeutici della ricerca, dal punto di vista del trattamento farmacologico antiaggregante, si sono concentrati sul garantire una pronta e adeguata riperfusione del muscolo cardiaco, la minimizzazione dei danni prodotti dalla necrosi ischemica, la riduzione del rischio di formazione di nuovi trombi e la massima riduzione del tempo di sospensione della terapia antipiastrinica imposto da interventi invasivi”.
Nell’ultimo decennio, in Italia, i farmaci antiaggreganti piastrinici hanno permesso di ridurre, la mortalità per infarto del miocardio dal 166 al 64,6 per 100mila abitanti.4 Purtroppo ancora oltre 5.000 vittime ogni anno potrebbero essere evitate grazie a cure più adeguate, ad una corretta riabilitazione cardiovascolare
e al rispetto di stili di vita salutari.5
L’innovativo profilo di ticagrelor risponde efficacemente ai bisogni del cardiologo in quanto ha una rapida insorgenza d’azione, caratteristica molto importante in fase acuta quando il paziente è a maggior rischio di ricorrenza dell’evento ed è efficace per tutti i pazienti, qualunque sia il loro genotipo.
IL SUPERAMENTO DELL’ATTUALE STANDARD TERAPEUTICO
“Ticagrelor è importante perché rappresenta il superamento dello standard terapeutico attuale.” – conferma il Dr. Diego Ardissino, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria di Parma. Per usare una metafora automobilistica, ticagrelor costituisce in un certo senso
una cintura di sicurezza in quanto il suo impiego di consente di ottenere una riduzione rischio. “L’obiettivo
di ogni nuova terapia antipiastrinica nei pazienti con eventi ischemici coronarici – aggiunge Ardissino – è di migliorare l’efficacia del trattamento, associato ad un buon profilo di rischio emorragico. Rispetto a tali obiettivi, ticagrelor è quindi un nuovo farmaco anti-aggregante che soddisfa entrambi gli obiettivi terapeutici, seppur con un aumento del tasso di sanguinamenti non correlati alla procedura di bypass aorto-coronarico. Inoltre, ticagrelor ha dimostrato di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari precocemente e l’effetto del trattamento si mantiene costante nei 12 mesi”.
“Ticagrelor rappresenta una svolta nella storia della medicina cardiovascolare” – commenta il Dr. Raffaele Sabia, Vice President Medica AstraZeneca Italia. “Grazie a questo farmaco, migliaia di pazienti avranno ora una nuova chance di ridurre il rischio di un evento grave o fatale quale l’infarto. Ticagrelor rappresenta un’importante innovazione terapeutica, clinicamente ed economicamente valida,6 come riconosciuto dalle maggiori linee guida internazionali e dal NICE.7 E’ il frutto di un lungo percorso di ricerca iniziato nel 1997 e che a oggi ha coinvolto nel mondo oltre 32mila pazienti. In oltre 50 anni –
continua Sabia – abbiamo segnato importanti tappe nella cura delle patologie cardiovascolari, a partire dalla scoperta dei primi β-bloccanti, fino ad arrivare a rosuvastatina, efficace nel ridurre la morbilità e mortalità cardiovascolare e a ticagrelor, un farmaco destinato a disegnare un nuovo scenario nella cura dell’infarto”.
4 Perugini E, Maggioni AP, Boccanelli A, Di Pasquale G. G Ital Cardiol 2010; 11 (10): 718-729.
5 Il valore della vita. I numeri dell’infarto e del dopo infarto. http://www.ilvaloredellavita.it/content/i-numeri-dell%E2%80%99infarto-e-del-dopo-infarto.
6 Lucioni et al. PharmacoEconomics – Italian Research Articles 2011; Vol. 13, N. 2: 53-64.
7 National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE). Acute coronary syndromes – ticagrelor. Appraisal Consultation Document http://guidance.nice.org.uk/TA/Wave20/70.