Le troppe calorie dopo i 70 anni e il deterioramento delle capacità cognitive

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Superata questa età, un maggior introito calorico è correlato alla perdita di memoria o a un deterioramento cognitivo lieve, condizione considerata intermedia tra la normale diminuzione di memoria dovuta all’invecchiamento e la malattia di Alzheimer.

Nei soggetti di età superiore a 70 anni, un introito calorico giornaliero tra 2100 e 6000 calorie può raddoppiare il rischio di perdita di memoria o di deterioramento cognitivo lieve (mild cognitive impairment, MCI): è quanto afferma un recente studio condotto da Yonas E. Geda, della Mayo Clinic di Scottsdale, in Arizona, che verrà presentato all’annuale convegno dell’American Academy of Neurology, in programma a New Orleans dal 21 al 28 aprile.

“Lo schema dose-risposta che abbiamo osservato è estremamente semplice: quanto più è elevato il consumo di calorie, tanto maggiore è il rischio di MCI, che rappresenta lo stadio intermedio tra una normale diminuzione della capacità mnemonica che accompagna l’invecchiamento e la malattia di Alzheimer”, ha spiegato Geda.

Lo studio ha coinvolto 1233 persone di età compresa tra 70 e 89 anni senza sintomi di chiara demenza, tutti residenti nella Contea di Olmsted, nel Minnesota. Di questi, 163 erano affetti da MCI. Ai volontari era richiesto di tenere un diario con il conteggio delle calorie assunte giornalmente con i cibi o le bevande, e sulla base dell’introito calorico sono stati suddivisi in tre gruppi di pari dimensioni. Un terzo dei partecipanti consumava tra 600 e 1526 calorie al giorno; un altro terzo tra 1526 e 2143 mentre l’ultimo consumava tra 2143 e 6000 calorie al giorno.

Dall’analisi dei dati disponibili – anche aggiustandoli per fattori confondenti quali livello d’istruzione, pregressi eventi di ictus e diagnosi di diabete, nonché per altri fattori in grado di aumentare il rischio di perdita di memoria – si è così riscontrato che il rischio di MCI è più che doppio nel gruppo con il maggior introito calorico. Nel gruppo caratterizzato dal consumo medio, per contro, non è stato evidenziato alcun aumento del rischio.

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