Basalioma: il tumore di chi sta all’aria aperta

0
basalioma

In genere il carcinoma si asporta in ambulatorio. Ora c’è una nuova cura per i pochi pazienti che ne restano deturpati

E’ il tumore della pelle più frequente, specie negli anziani e nei lavoratori esposti al sole, come marinai e pescatori, agricoltori, addetti all’edilizia. Il carcinoma basocellulare (anche noto come carcinoma basale o basalioma) è direttamente collegato all’esposizione solare, per questo è molto diffuso in chi trascorre molte ore all’aria aperta e le zone del corpo più colpite sono quelle più scoperte: volto e cuoio capelluto. Fortunatamente, visto l’elevatissimo numero di persone interessate, è anche fra le forme di cancro più «buone». Tanto che non esistono stime precise sulla sua incidenza perché la stragrande maggioranza delle volte viene semplicemente rimosso in ambulatorio. Ma in casi estremamente rari, in meno dell’uno per cento dei pazienti, le lesioni possono diventare sfiguranti e invadere il tessuto circostante (tumore localmente avanzato) o diffondersi ad altre parti dell’organismo. E’ per questi casi che è stato approvato in America (ma la richiesta d’autorizzazione è già avviata anche in Europa) un nuovo farmaco, vismodegib, in grado di far regredire la malattia con un guadagno notevole per la qualità di vita dei malati.

 

TANTE CURE PER UN TUMORE «BUONO» – «Il carcinoma basale ha nella massima parte dei casi una malignità limitata, tende a svilupparsi in loco, erodendo i tessuti circostanti e andando in profondità – spiega Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento Melanoma e tessuti molli dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli Fondazione Pascale -. Raramente ha un comportamento estremamente aggressivo, resistente alle cure e tende a recidivare.

In questi casi la malattia non può essere trattata efficacemente con la chirurgia o la radioterapia e spesso provoca grave deformità o perdita della funzionalità degli organi interessati con danni devastanti». Per i casi più semplici, in relazione al grado di evoluzione e alla sede del tumore e all’età del paziente, sono proponibili diverse alternative terapeutiche: creme con citostatici o con anticorpi, fototerapia, crioterapia, radioterapia, ma il trattamento di elezione è l’asportazione chirurgica, che consente una precisa valutazione istologica della radicalità.

UN NUOVO FARMACO PER I CASI PIU’ GRAVI – Nelle infrequenti forme più aggressive ogni opzione terapeutica sembra però destinata all’insuccesso. «E’ per questi pazienti, con carcinoma basocellulare metastatico o che sia recidivato in seguito all’intervento chirurgico o che sia ritenuto dal medico non candidabile a chirurgia o radioterapia, che il nuovo medicinale, somministrato per via orale assumendo una capsula una volta al giorno, si è rivelato utile con ottimi risultati: riesce a fermare la progressione della malattia e, in alcuni casi, a farla regredire» aggiunge l’esperto del Pascale, dove è stato trattato con vismodegib il maggior numero di casi italiani (ma il farmaco è in sperimentazione anche in ospedali di Roma, L’Aquila e Milano). Il basalioma, concludono gli esperti, si manifesta generalmente e in fase iniziale come una piccola erosione cutanea, con margini appena rilevati, spesso coperta da una crosticina che tende a cadere e a riformarsi. Come per la totalità dei tumori cutanei una diagnosi tempestiva è sempre possibile con la semplice osservazione dermatologica, eventualmente integrata da una biopsia.
Corriere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *