Chirurgia toracica video-assistita per il tumore polmonare: una tecnica tutta italiana che fa scuola nel mondo

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Presso il Centro Congressi Humanitas di Rozzano per due giorni riuniti  i maggiori esperti di chirurgia toracica da tutta Italia  per un Corso dedicato alla VATS – Chirurgia Toracica Video-Assistita nel trattamento del carcinoma polmonare. Nonostante le evidenze scientifiche positive e i vantaggi per i pazienti, questa tecnica ha in Italia una diffusione ancora molto limitata.

Milano, 29 marzo 2012 – Riduzione del  trauma, del sanguinamento, del dolore, tempi di ospedalizzazione più rapidi, così come quelli di recupero per il paziente. Questi, in estrema sintesi, i principali vantaggi della chirurgia mininvasiva che da diversi anni sta ormai sempre più sostituendo quella tradizionale o “open” in moltissime indicazioni chirurgiche. Ma se questi vantaggi sono universalmente riconosciuti nella chirurgia addominale, ginecologica, cardiochirurgica, otorinolaringoiatrica, ecc., non sono altrettanto noti per quella toracica polmonare, nonostante diversi studi riportati dalla letteratura internazionale evidenzino chiari benefici, soprattutto per alcune categorie di pazienti come gli anziani, con funzionalità respiratoria compromessa.

La VATS – Chirurgia Toracica Video-Assistita per il trattamento del carcinoma polmonare (malattia per la quale in Italia muoiono oltre 27.000 persone ogni anno), ad esempio, viene praticata in Italia in un numero molto limitato di Centri, gli unici ad avere chirurghi specificatamente formati.

In questo contesto si inserisce un Corso di Chirurgia Toracica, che si svolgerà da oggi, 29 marzo, fino a domani presso il Centro Congressi Humanitas di Rozzano, cui parteciperanno i massimi esperti di Chirurgia Toracica provenienti da tutta Italia, organizzato dal Professor Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica di Humanitas Cancer Center, al quale interverrà il Dottor Renè Petersen del Dipartimento di Chirurgia Toracica del Rigshospitalet di Copenhagen, dove negli ultimi 7 anni sono stati praticati oltre 500 interventi di lobectomia polmonare tramite VATS.

La lobectomia per il trattamento del carcinoma polmonare con tecnica VATS, rispetto alla toracotomia tradizionale, prevede l’utilizzo di strumenti toracoscopici dedicati, inseriti attraverso 2 – 4 incisioni di accesso di piccole dimensioni. Una tecnica mininvasiva messa a punto per la prima volta in Italia agli inizi degli anni ’90 dal Professor Giancarlo Roviaro, ma che non ebbe, in quegli anni, grande diffusione nel nostro Paese. Al contrario dal 2000 la VATS incontrò un grande successo all’estero, in particolar modo negli Stati Uniti, dove venne ampiamente sviluppata, per ritornare, poi, in Italia negli ultimi anni.

“I principali vantaggi della chirurgia toracica video-assistita per le patologie oncologiche polmonari, rispetto alla tecnica tradizionale, evidenziati dalla letteratura scientifica – afferma il Professor Marco Alloisio – riguardano principalmente (grazie al minore trauma) un minor tasso di complicazioni, soprattutto nei pazienti anziani con significative comorbidità e un miglioramento della sopravvivenza a 5 anni (79% per il gruppo trattato con VATS rispetto al 75% trattato con toracotomia)”.

Un altro fronte di ricerca di grande interesse riguarda la possibilità, già suggerita dal trial, che i pazienti sottoposti a una lobectomia in VATS, possano avere una migliore tolleranza verso la chemioterapia dopo l’intervento chirurgico.

Nel nostro Paese, tuttavia, questa tecnica stenta ancora a decollare e la casistica, circoscritta a pochi Centri specializzati, è contenuta.

“Fino a questo momento – continua Alloisio – le indicazioni per la VATS sono limitate ai primi stadi della malattia oncologica polmonare, anche se riteniamo che in un prossimo futuro possano essere estese. Per questo motivo assume una notevole importanza la diagnosi precoce per poter intervenire sul tumore quando è ancora di piccole dimensioni. Presso il nostro Centro stiamo cercando di beneficiare dei vantaggi espressi dalle nuove tecnologie per privilegiare, ove possibile, le metodiche conservative. Del resto – conclude Alloisio – questo approccio appartiene al nostro “DNA”, se pensiamo che il Professor Gianni Ravasi, fondatore della Chirurgia Toracica dell’Humanitas, fu il precursore della chirurgia polmonare poco invasiva, introducendo per primo la cosiddetta minitoracotomia “muscle sparing”, una tecnica che prevedeva un’incisione assai ridotta e anteriore, rispetto alla toracotomia tradizionale posteriore”.

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