Dolore, necessaria rivoluzione culturale: al via campagne di formazione promosse da Sigg e Siot per geriatri e ortopedici

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Sigg e Siot promuovono, con il sostegno incondizionato di Grünenthal, due campagne di formazione sul dolore. I due cicli di lezioni, al via in questi giorni, coinvolgeranno la maggior parte dei geriatri e degli ortopedici sull’intero territorio nazionale, e sono inseriti nei rispettivi percorsi ECM. L’iniziativa si prefigge anzitutto un obiettivo di natura culturale: sensibilizzare gli specialisti delle due branche sulla centralità del proprio ruolo nel trattamento del dolore, ancora oggi scarsamente adeguato.    

 

Milano, 28 Marzo – La Sigg (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) e la Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) lanciano questa settimana due importanti campagne di formazione incentrate sul problema del dolore, che richiede un approccio sempre più mirato in ragione della sua frequenza e rilevanza nella pratica clinica di geriatri e ortopedici.

I due programmi didattici, resi possibili dal contributo di Grünenthal Italia, sono inseriti nei rispettivi percorsi ECM e presentano un’organizzazione “a cascata” per raggiungere il maggior numero di specialisti: i 25 geriatri e 25 ortopedici appositamente istruiti saranno infatti a loro volta docenti nei diversi cicli di lezioni in programma su tutto il territorio nazionale. Le lezioni destinate ai geriatri (COME), i cui docenti hanno seguito una giornata di formazione lo scorso lunedì 26 marzo, prenderanno avvio a fine maggio: l’iniziativa sarà caratterizzata da un focus sulla ‘Comunicazione Efficace’ e ha l’obiettivo di offrire un percorso innovativo, che permetta ai partecipanti di trasformare la comunicazione e l’innovazione terapeutica in un unico strumento al servizio del paziente anziano. “Il focus sulla comunicazione – spiega il Professor Giuseppe Paolisso, Presidente della Sigg, a capo del board di formatori del progetto COME – metterà in risalto l’importanza del dialogo efficace tra medico e paziente: spesso il dolore è sottostimato dall’anziano, che non lo comunica adeguatamente, o non è affrontato in modo appropriato dal medico, che suole concentrarsi su altri profili, trascurando di esaminare l’impatto che può avere il dolore sulle condizioni generali del paziente geriatrico, aggravando soprattutto le difficoltà motorie. Il miglioramento della comunicazione sul dolore può aiutare a contrastare il problema, incidendo sulla qualità della vita del paziente e cooperando a risolvere altre problematiche che, pur collegate al dolore, non sono ad oggi affrontate nella corretta dimensione. Tra queste, ad esempio, la sostenibilità della terapia: un dolore più sopportabile contribuirà all’aumento della compliance da parte del paziente, specie all’interno dell’orizzonte polipatologico sovente affrontato dagli anziani; e con l’aumento della compliance terapeutica, potremo ottenere una riduzione dei tempi di degenza e di cura in genere, col conseguente abbattimento dei costi di ricovero e di farmacoterapia”.

Il Progetto COME, del cui board scientifico fanno parte, oltre al Professor Paolisso, i Professori Giovanni Gambassi, Raffaele Antonelli Incalzi e Massimo Fini, toccherà ben 13 città italiane, rivolgendosi a circa 500 geriatri.

Il percorso formativo dedicato agli ortopedici (GESTO), invece,  sarà inaugurato il prossimo 30 marzo, con una sessione di due giorni dedicata alla preparazione dei docenti, cui seguiranno le lezioni sul territorio a partire dal mese di aprile: incentrato sulla ‘Gestione del Trattamento del dolore cronico in Ortopedia’, il progetto mira a fornire un quadro esaustivo della terapia farmacologica del dolore cronico e a puntualizzare il ruolo della terapia con oppiacei, fondamentale per il controllo del dolore cronico moderato-grave, richiamando l’attenzione sulle recenti innovazioni terapeutiche.

L’ortopedico – spiega a sua volta il Professor Paolo Cherubino, Vicepresidente della Siot, direttore Clinica Ortopedica e Traumatologica Università di Varese, che guiderà il gruppo di formatori del Progetto GESTO – ha nel suo armamentario tecnico tutti gli elementi per fare una diagnosi orientata alla scelta del più adeguato trattamento contro il dolore: in questo senso ha una funzione assolutamente insostituibile. La diffusione di questa convinzione tra gli specialisti ortopedici rappresenta un obiettivo, anzitutto culturale, che doverosamente stiamo cercando di conseguire. L’auspicio è quello di coinvolgere, direttamente o indirettamente, la maggior parte dei chirurghi ortopedici italiani. E’ un programma ambizioso – conclude Cherubino – nel quale Grünenthal sta giocando un ruolo chiave, mostrando tra l’altro grande apertura mentale nel sostenere quest’iniziativa senza interferenze. E’ una partnership imprescindibile specialmente in questo momento, poiché la situazione dei fondi pubblici non avrebbe reso possibile l’attuazione di un simile programma”. Al valore formativo del Progetto GESTO si riferisce anche il Dottor Roberto Viganò, direttore della Struttura complessa di chirurgia dell’artrite reumatoide dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano: “Pur essendo il dolore cronico uno dei principali motivi di consultazione medico-specialistica per i pazienti affetti da patologie ortopediche, il suo trattamento non sempre ha avuto un corretto approccio. Le cause di ciò sono molteplici, ma tra le principali va senz’altro annoverata un’eccessiva fiducia nelle proprietà terapeutiche e nella maneggevolezza dei Fans”.

Un migliaio gli ortopedici che saranno formati e 13, anche in questo caso, le città italiane coinvolte nel Progetto GESTO, la cui organizzazione scientifica è stata curata dal Professor Cherubino in collaborazione con il Professor Guido Fanelli, affiancati dal Dottor Roberto Viganò, dal Professor Diego Fornasari e dalla Professoressa Patrizia Romualdi.

I due progetti, nel loro insieme, puntano ad ampliare le conoscenze specifiche in materia di trattamento del dolore, con una marcata valenza formativa nei confronti degli specialisti. Intervengono infatti a sanare una sorta di vizio culturale, che molto spesso induce  a trattare il dolore cronico con un improprio utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Questi presentano una serie di effetti avversi, tra i quali un maggior rischio di sanguinamento e di complicanze gastrointestinali e renali: effetti tanto maggiori nei pazienti anziani e, più in generale, nei soggetti sottoposti a politerapie con frequenti interazioni farmacologiche. L’alternativa al trattamento con i FANS è rappresentata dagli oppiacei, che costituiscono la prima scelta nel trattamento del dolore cronico. Ma poiché il dolore cronico è una condizione complessa, legata a diverse cause e meccanismi, si rende oggi necessario un approccio curativo incentrato sulla causa specifica del dolore, e non sul sintomo in sé: di qui l’opportunità di sensibilizzare su questa problematica gli specialisti dei settori più esposti sul fronte dei trattamenti antalgici, quali appunto i geriatri e gli ortopedici.

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