Everest chiama Milano – Breathing Himalaya: impariamo a respirare
Parte da Milano un progetto di sensibilizzazione sull’importanza di una corretta prevenzione della malattie respiratorie croniche come, ad esempio, la BPCO. La prevenzione e la diagnosi precoce sono il primo passo per contrastare la patologia e migliorare i risultati delle terapie oggi disponibili. L’importanza di limitare l’impatto dell’inquinamento indoor e outdoor.
Milano, 20 marzo 2012– E’ stato presentato oggi, a Milano, presso Palazzo Isimbardi il Progetto “Breathing Himalaya: Impariamo a Respirare”. L’iniziativa, realizzata grazie al sostegno della Provincia di Milano, è nata dalla collaborazione tra l’Associazione “Comitato Ev-K2-CNR” ed Interactivecom e promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il patrocinio della Provincia di Milano, dell’Università di Ferrara e di Assintel ed il supporto non condizionato di Boehringer Ingelheim Italia e Pfizer Italia.
L’iniziativa, che prevede una serie di eventi sul territorio, si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e la comunità medico-scientifica nei confronti delle problematiche connesse all’inquinamento e alle malattie respiratorie croniche (in particolarela BPCO – Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), con la conseguente necessità di abbattere le fonti di inquinamento o almeno ridurre l’esposizione ai fattori di rischio e di informare ed educare la popolazione verso una corretta strategia preventiva.
Breathing Himalaya: Impariamo a respirare prende origine dal progetto SHARE – Stations High Altitude for Research on the Environment (ad opera del Comitato Ev-K2-CNR), rivolto al monitoraggio climatico e ambientale nelle zone d’alta quota del nostro pianeta, in particolare, lungo la Valle del Khumbu. SHARE si è concentrato sull’inquinamento domestico e sulla raccolta di dati relativi all’incidenza delle patologie respiratorie, evolvendosi poi, grazie alla sinergia tra Ev-K2-CNR e Interactivecom, in un’iniziativa educazionale che fosse capace di divulgare – tra un pubblico eterogeneo (scuole, associazioni e famiglie) e con la collaborazione delle istituzioni pubbliche – le preziose informazioni ottenute.
“La Provincia di Milano è particolarmente lieta di aver collaborato alla promozione di questa iniziativa e alla possibilità di far conoscere i risultati di straordinario interesse di un eccellente lavoro di squadra, condotto da esperti e ricercatori italiani – afferma Paolo Giovanni Del Nero, Assessore allo Sviluppo Economico, Formazione e Lavoro – Inoltre, l’obiettivo di costruire in loco competenze, grazie al trasferimento delle nostre tecnologie e conoscenze, rende il progetto ancora più apprezzabile e significativo”.
“Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha sostenuto questo progetto sin dalla sua nascita – aggiunge Mario Alì, Direttore Generale per l’Internazionalizzazione della Ricerca del MIUR – ed intende continuare a fornire il proprio supporto a tutte le iniziative volte a perseguire i suoi obiettivi, tra cui quello di costruire e diffondere competenze, trasferire tecnologie e conoscenze, seguendo l’evolversi dei progressi scientifici nel corso degli anni”.
“Parte da Milano per tutta Italia, un’iniziativa che ci auguriamo incontri attenzione da parte del pubblico – dichiara Roberto Franchi, Direttore di Interactivecom – Le nuove tecnologie ci danno la possibilità di proporre un percorso ipermediale che unisce solidarietà ed eccellenza scientifica, a favore di quella che abbiamo definito cultura della salute”.
“I dati raccolti dal Comitato Ev-K2-CNR, grazie al Progetto SHARE, lungo la Valle del Khumbu e presso il Laboratorio-Osservatorio Piramide a 5.050 metridi quota sul versante nepalese del monte Everest, si trasformano, così, in un momento di informazione e riflessione su una esperienza tutta italiana di studio e solidarietà” afferma Agostino Da Polenza, Presidente del Comitato Ev-K2-CNR.
“Tramite una mostra/evento itinerante e interattiva – continua Da Polenza – si vuole promuovere, soprattutto tra il pubblico più giovane, una “cultura della salute”, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce nella prevenzione della BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) e delle malattie cardiovascolari anch’esse correlate all’inquinamento”.
Se tra i fattori di rischio accertati della malattia (quarta causa di morte al mondo) il più importante è senza dubbio il fumo, non bisogna, tuttavia, sottovalutare l’incidenza dell’inquinamento, sia esterno dovuto alle
emissioni dei veicoli, sia domestico prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare e riscaldare ambienti mal ventilati.
“Le popolazioni più esposte all’inquinamento indoor sono quelle delle aree in via di sviluppo dove vengono utilizzate le biomasse (legna, sterco, residui del raccolto) per il riscaldamento e la cucina, bruciandole in bracieri aperti, spesso in assenza di camini – sottolinea Paolo Bonasoni, Responsabile Scientifico del Progetto SHARE – Generalmente è piuttosto difficile diversificare il ruolo di questi fattori di rischio, dato che spesso la popolazione è esposta a più fattori contemporaneamente.”
“Esistono, però, popolazioni che vivono in aree montane o rurali non esposte ad inquinamento esterno ma solo a quello degli ambienti domestici – aggiunge Bonasoni – Per questo le ricerche condotte in questi luoghi dal Comitato Ev-K2-CNR acquistano grande rilievo per capire il solo effetto dell’inquinamento indoor, grazie alla raccolta di dati estremamente significativi”.
“Nonostante la correlazione tra inquinamento indoor e BPCO appaia ormai chiaro – continua la Professoressa Annalisa Cogo della Clinica Pneumologica e Centro Studi Biomedici applicati allo Sport dell’Università di Ferrara – bisogna considerare che tutti i soggetti studiati in ricerche precedenti erano esposti anche al fumo di sigaretta e all’inquinamento ambientale outdoor. Nel nostro caso, invece, la popolazione non è esposta all’inquinamento da traffico ed ha una irrilevante abitudine al fumo di sigaretta (il 3%-4% della popolazione)”.
“Il progetto ha offerto, dunque, la possibilità di svolgere una rigorosa attività scientifica in un ambiente particolare, dove l’assistenza medica è generalmente assente o molto difficile da raggiungere e dove normalmente la diagnosi si basa solo sull’esame clinico. Per la prima volta queste popolazioni sono state sottoposte anche ad un esame semplice e non invasivo quale la spirometria, diventata oramai per noi strumento diagnostico imprescindibile – concludela Professoressa Cogo – In questo modo si è verificata l’importanza degli esami strumentali e si è dimostrato come sia possibile rispettare sempre ed ovunque i criteri di corretta esecuzione degli esami di funzionalità respiratoria anche in situazioni disagiate”.
La problematica della BPCO, così come del danno cardiovascolare, viene letta attraverso quanto il progetto di studio della Professoressa Cogo e dei suoi collaboratori ha verificato nell’esperienza himalayana, con l’obiettivo di contrastare attivamente una patologia respiratoria che si manifesta anche nel mondo occidentale in costante crescita. Sensibilizzazione e prevenzione, soprattutto del pubblico più giovane, possono, infatti, contribuire a una diagnosi sempre più precoce della malattia fin dalle fasi iniziali, migliorando i risultati delle terapie oggi disponibili, in grado di contrastare la stessa in modo efficace.
Milano è la prima tappa del Progetto Breathing Himalaya: Impariamo a respirare, cui seguiranno una serie di altri appuntamenti che toccheranno tutto il territorio nazionale. La mostra fotografica, finalizzata ad offrire suggestioni e spunti per la migliore conoscenza dell’ambiente himalayano e delle sue popolazioni potrà essere visitata presso la prestigiosa sede della Provincia di Milano dal 1° al 9 aprile prossimi, dalle ore 9.00 alle ore 18.00.
Nell’ambito dell’evento stesso il visitatore potrà assistere alla proiezione di un video educazionale dedicato al “making of” del progetto e delle sue fasi principali, così come interagire nelle postazioni ipermediali a disposizione del pubblico per verificare le informazioni acquisite con la metodica “Learn and Play”.
Si svolgeranno, poi, una serie di incontri aperti al pubblico, presso la Sala Pedenovi di Palazzo Isimbardi, da domenica 1° aprile a giovedì5 aprile 2012, volti ad approfondire i temi oggetto della ricerca.
L’agenda degli incontri “milanesi”, così come il calendario e le tappe dei successivi eventi locali possono essere consultati sul sito www.breathinghimalaya.org e tramite una APP dedicata al progetto scaricabile gratuitamente su APPSTORE e GOOGLE PLAY.