Infarti silenti: il rischio nella donna (e la mortalità) è decisamente più alto

0
infarti_silenti

La mancanza dei sintomi classici può ritardare la diagnosi e aumenta la probabilità di morte dopo il ricovero.
Quando il paziente è donna, il classico dolore al petto o quel senso di oppressione al torace, che annunciano un infarto, possono mancare del tutto, in particolare fra le più giovani.

Ed è per questo che le donne arrivano più tardi in pronto soccorso, vengono trattate meno aggressivamente degli uomini e rischiano di morire, una volta ricoverate in ospedale, più degli uomini. Lo dimostra uno studio appena pubblicato su Jama, la rivista dell’associazione dei medici americani. Ricerche precedenti avevano già evidenziato una differenza di genere nei sintomi di infarto, ma questo nuovo studio, che ha analizzato oltre un milione di casi del National Registry of Myocardial Infarction segnalati dal 1994 al 2006, è il più grande finora condotto.
DIFFERENZE DI GENERE – I risultati hanno dimostrato che l’età media delle donne ricoverate per un attacco cardiaco era più avanzata rispetto a quella degli uomini (74 anni contro 67) e che il 42 per cento delle donne non presentava dolore, a fronte di un 31 per cento fra gli uomini. Complessivamente circa il 15 per cento di donne era morto in ospedale, mentre la percentuale scendeva al 10 per gli uomini. «Questi dati – ha commentato John Canto della Watson Clinic a Lakeland, in Florida, uno degli autori dello studio – suggeriscono che l’assenza di dolore toracico può essere un importante segno predittivo di morte, nelle donne con infarto miocardico, rispetto ad altre categorie di persone della stessa età».

GLI ESTROGENI – Il genere non è l’unico fattore determinante per la prognosi: anche l’età conta. Con l’aumentare degli anni, infatti, i sintomi manifestati dalle donne assomigliano sempre di più a quelli degli uomini e anche le differenze di mortalità si riducono. I ricercatori non sanno spiegare bene i motivi di queste diversità di genere e perché si riducano con l’età; possono soltanto formulare qualche teoria. Eccone una: le donne più giovani potrebbero andare incontro a forme particolarmente gravi di infarto nei confronti delle quali anche gli ormoni estrogeni non riescono a esercitare alcun effetto protettivo.

CURE SALVA-VITA – Gli esperti raccomandano, dunque, alle donne giovani di prestare attenzione al fatto che un eventuale attacco di cuore può non essere accompagnato da dolore e che, invece, può manifestarsi con sintomi quali respiro affannoso, nausea, dolore alla mandibola o alla schiena. «Per sopravvivere a un attacco di cuore – ha continuato Canto – è importante capire che cosa sta succedendo e chiedere aiuto immediatamente. Un ritardo nei soccorsi posticipa la diagnosi e un trattamento potenzialmente salva-vita».
Corriere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *