Procreazione assistita: in Italia aumenta il numero di richieste
In Italia c’e’ una tendenza costante all’aumento nell’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Il dato e’ stato reso noto nell’ambito del congresso mondiale di ginecologia endocrinologica, in corso a Firenze. “Dall’entrata in vigore della legge 40 – ha detto il prof. Andrea Genazzani, presidente del congresso – si evidenzia la tendenza ad un aumento costante delle coppie che accedono alle tecniche di PMA, dei cicli iniziati, delle gravidanze ottenute e dei bambini nati. In particolare, per le tecniche a fresco di II e III livello, i cicli iniziati nel 2009 hanno mostrato un ulteriore incremento dello 8,8% rispetto al 2008 (47.929 nel 2009 contro 44.065 nel 2008), le gravidanze ottenute mostrano un incremento del 12.3% (9.940 nel 2009 contro 8.847 nel 2008), cosi’ come i nati vivi del 7,3% (8.043 nel 2009 contro 7.492 nel 2008).Dal 2005 al 2009 continuano inoltre ad aumentare le percentuali di gravidanze su cicli, su prelievi e trasferimenti.
Anche nel 2009 si assiste ad un ulteriore incremento dell’eta’ delle donne che accedono alle tecniche di PMA: 36,2 anni, al di sopra del corrispettivo dato europeo (nel 2006 era di 34,3 anni). In Italia ben il 28,2% dei cicli e’ effettuato da pazienti con eta’ superiore ai 40 anni: anche questo dato e’ in aumento rispetto al 2008, quando era il 26,8%. Allo stesso tempo, si riduce la numerosita’ dei cicli a fresco effettuati su pazienti con eta’ inferiore a 35 anni.
Considerando che l’aumento dell’eta’ media delle donne incide negativamente sui risultati – ha detto ancora Genazzani -, il continuo incremento della percentuale di gravidanze e dei nati vivi puo’ considerarsi un risultato piu’ che soddisfacente. I parti gemellari nel 2009 rimangono costanti, mentre si registra una riduzione dei parti trigemini: dal 2.7% del 2008 al 2.4% del 2009. Nel raffronto con i dati di altri paesi europei – ha concluso il presidente Genazzani – si puo’ ipotizzare corrispondere ad una percentuale di riferimento per i parti trigemini in Europa pari al 1.5%”.