Rinoplastica senza bisturi? Occhio ai filler permanenti, gravi i rischi per la salute del paziente

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Cancellare una gobba, riempire un vuoto, raddrizzare una linea. Ritoccarsi il naso senza ricorrere al bisturi, ma facendosi iniettare sostanze riempitive per modellarlo a piacere, anche in Italia è sempre più di moda.

E’ anzi diventata l’alternativa più gettonata alla rinoplastica, eppure sbaglia chi pensa di sottoporsi a un intervento ‘dolce’ e senza rischi. Se il filler usato per il ritocco è permanente, avvertono i medici, il corpo può non riuscire a ‘digerire’ la sostanza. La percepisce come estranea e la combatte, innescando una reazione che può produrre gonfiori, ulcere, infezioni e cicatrici deturpanti. A lanciare l’allarme sono gli esperti riuniti per l’incontro internazionale ‘Bergamo Open Rhinoplasty Course’, che insieme lanciano un appello: “Mettere al bando i filler permanenti, istituire un serio sistema di controllo su tutte le sostanze che vengono iniettate a scopo estetico, e informare correttamente la popolazione dei rischi che si corrono quando si opta per queste procedure”.
“Mentre i prodotti riassorbibili, come l’acido jaluronico, sono fondamentalmente innocui e danno un buon risultato, seppur di durata limitata – spiegano gli specialisti nella prima giornata del summit, in corso al Centro congressi ‘Giovanni XXIII’ della città orobica – diverso è il discorso per i filler semi-permanenti e permanenti. In questi casi una moda accettabile può diventare pericolosa”, con il rischio di “danni estetici e psicologici enormi, capaci di danneggiare in modo permanente l’estetica del viso, rendendo spesso difficile un nuovo intervento chirurgico”.
Il convegno bergamasco, giunto alla terza edizione con partecipanti da tutto il mondo, è diretto da Enrico Robotti, primario del Reparto di chirurgia plastica degli ospedali Riuniti di Bergamo e presidente eletto della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre), e da Riccardo Mazzola, docente all’università di Milano. L’iniezione dei cosiddetti ‘rinofiller’ può avvenire in tre punti, precisano gli esperti: alla radice del naso, per far scomparire una ‘gobba’; alla punta, in caso di naso all’insù, oppure sul dorso per il cosiddetto ‘naso a sella’, che presenta schiacciamenti o vuoti da riempire, magari lasciati da un precedente intervento di rinoplastica chirurgica riuscito male.

A volte, poi, per migliorare il risultato si inietta anche botulino alla base del naso, così da paralizzare temporaneamente il piccolo muscolo che fa abbassare la punta.
Nel caso dei filler riassorbili l’effetto scompare di solito entro un anno, mentre con quelli permanenti il ritocco al naso è definitivo, ma “con gravi rischi per la salute del paziente”, assicurano gli specialisti da Bergamo. “In entrambi i casi i rinofiller correggono esclusivamente un problema estetico e mai uno funzionale, per il quale l’intervento chirurgico rappresenta l’unica soluzione – puntualizza Robotti – Entrambi possono generare reazioni avverse, ma quelle derivate dai filler permanenti sono molto più pericolose”.
Il problema è che “le sostanze utilizzate, come il silicone liquido e i metacrilati, a volte di provenienza dubbia o nate per indicazioni differenti – evidenzia l’esperto – possono dare luogo a granulomi da corpo estraneo che si manifestano con rigonfiamenti anomali delle zone trattate, nodosità e ulcerazioni, fenomeni che possono durare mesi o anni, deturpando in modo significativo il viso. L’unica soluzione in questi casi è la pulizia chirurgica per rimuovere ogni traccia del corpo estraneo, con inevitabili cicatrici. E a volte anche la chirurgia secondaria è impossibile, rendendo permanenti danni generati nel tentativo di migliorare il proprio aspetto fisico senza le necessarie cautele”.
Inoltre, aggiunge il presidente eletto Sicpre, “il rinofiller non è mai un’alternativa all’intervento chirurgico di rinosettoplastica. Nel migliore dei casi, se si usa un riempitivo riassorbibile di buona qualità, si può arrivare a un miglioramento temporaneo dell’aspetto del naso. Mentre nel peggiore si può rovinare pesantemente e per sempre il viso di una persona. Quindi il consiglio – conclude Ribotti – è di rivolgersi sempre a professionisti competenti e preparati, che sapranno indicare la soluzione migliore per ogni singolo caso, in totale sicurezza”.(ADNKRONOS)

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