Tumori al seno: gli oncologi allertano sulle troppe bufale presenti in rete
Ogni anno in Italia 2.500 donne con meno di 40 anni sono colpite da tumore al seno e piu’ di un terzo di loro non ha ancora avuto figli. Solo il 10% ricorre alle tecniche che oggi permettono di preservare la fertilita’ e il 90% perde l’opportunita’ di diventare madre. “Dobbiamo impegnarci di piu’ per informare tutte le pazienti”, spiega Stefano Cascinu, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) in apertura della XX Conferenza Nazionale in corso a Mestre fino al 22 aprile. E sottolinea: “due donne malate su tre cercano informazioni sul tumore sul web, dove pero’ il rischio di false o cattive indicazioni e’ molto alto. Ecco perche’ solo siti che abbiano una validazione scientifica possono rappresentare un aiuto reale”. All’oncologia ginecologica – ogni anno in Italia si registrano 45.000 nuovi casi di cancro al seno, 7.700 all’endometrio, 4.500 all’ovaio e 3.500 all’utero – l’Aiom dedica la XX conferenza nazionale e lancia un appello alle donne perche’ si rivolgano solo a siti certificati: “E’ essenziale utilizzare tutti gli strumenti disponibili per informare correttamente i malati – continua Cascinu – Internet e i social network rappresentano un’opportunita’ da non sottovalutare, soprattutto per donne giovani che spesso ricorrono a questi strumenti. Ma va posta particolare attenzione al rischio che sul web le ‘bufale’ siano spacciate per verita’. Sempre piu’ spesso si rivolgono a noi pazienti e familiari esigendo pseudo-terapie o ‘tecniche’ che non hanno nulla di scientifico”.
“I progressi nella lotta alle neoplasie femminili sono straordinari – afferma Sandro Pignata, presidente della conferenza nazionale – grazie alla diagnosi precoce salviamo molte vite e una donna su 2 guarisce se il tumore e’ individuato nella fase iniziale. Inoltre riusciamo a far sopravvivere le pazienti piu’ a lungo e con una migliore qualita’ di vita. Le terapie oggi disponibili permettono di raggiungere questi risultati”. Non sempre e’ possibile individuare in fase iniziale il tumore: “Nel caso particolare del cancro dell’ovaio – sottolinea Giovanni Scambia, dell’Universita’ Cattolica di Roma – a differenza di quanto avviene in quello del seno la diagnosi precoce e’ particolarmente difficile perche’ non vi sono sintomi che la permettano. Con la conseguenza che nell’80% dei casi la neoplasia viene scoperta solo quando e’ gia’ in uno stadio avanzato. Ecco perche’, anche se non vi sono fattori di rischio chiaramente dimostrati, e’ importante puntare sulla prevenzione. Attenzione quindi allo stile di vita, seguendo un’alimentazione corretta ed evitando il fumo di sigaretta”. Per consigli utili su stile di vita, sessualita’ e maternita’ l’Aiom suggerisce di consultare http://www.sempredonna.net –