Tumori del colon-retto: identificati gli interruttori molecolari del cancro più frequente in Italia
Identificate le molecole genetiche che causano la crescita del cancro più frequente in Italia. Utili per la diagnosi precoce
C’è una buona notizia per il tumore più frequente nel nostro Paese: quello del colon retto, che colpisce ogni anno più di 50mila persone. I ricercatori e i medici dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano hanno identificato degli “interruttori” che regolano la progressione della neoplasia: sono dei microRNA, molecole di materiale genetico che letteralmente “spengono” i geni del corpo e regolano le funzioni base della vita della cellula. Gli studiosi ne hanno individuati 23 specifici, sempre presenti in quantità differente nei tessuti tumorali rispetto al tessuto normale, che sono coinvolti nella crescita del tumore: se individuati nell’organismo potrebbero divenire uno strumento efficace per effettuare diagnosi precoci e diventare anche un nuovo bersaglio per terapie che mirino a diminuirli o aumentarli e di conseguenza a “riaccendere” o “spegnere” i geni da essi controllati. La ricerca è pubblicata su Molecular Cancer Research.
LO STUDIO – I microRNA sono piccole sequenze di RNA che regolano l’attività dei nostri geni e quindi le numerose funzioni della cellula, tra cui la crescita, la proliferazione e la morte. Anche le funzioni delle cellule tumorali sono regolate da queste molecole. Tuttavia, poiché i diversi tipi di microRNA presenti nell’organismo sono estremamente numerosi e possono regolare moltissimi geni è molto complesso stabilire quale di queste sequenze di RNA comandi, in parte o del tutto, una specifica attività della cellula. Per stabilire, quindi, una correlazione tra microRNA e il tumore del colon retto i ricercatori hanno analizzato tutte queste molecole presenti in campioni di tessuto tumorale.
Hanno quindi analizzato i microRNA nei campioni tumorali di 40 pazienti, uniformemente ripartiti tra i diversi stadi della malattia (dal più iniziale al più avanzato), confrontandoli con campioni di tessuto sano, e hanno scoperto che in tutti i pazienti 23 specifici microRNA avevano valori diversi nel tumore rispetto al tessuto normale, alcuni erano troppo numerosi e alcuni erano meno frequenti. Questi 23 microRNA regolano 121 geni coinvolti nella proliferazione e crescita della cellula e quindi del tumore.
DIAGNOSI – «Una delle ricadute possibili dello studio è che la conoscenza del fenomeno e di quali microRNA siano alterati potrà essere utilizzato per mettere a punto kit per la diagnosi precoce del tumore del colon retto – sottolinea Manuela Gariboldi, coordinatore dello studio e ricercatrice del Dipartimento di oncologia sperimentale e medicina molecolare dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’unità di Genetica molecolare del cancro della Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare -. Per ora la nostra osservazione è stata effettuata su campioni di tessuto del tumore, tuttavia è possibile immaginare un test di facile impiego che cerchi e misuri la presenza di questi microRNA nel sangue dei pazienti. Infatti, è stata recentemente osservata la presenza dei microRNA identificati nel tumore anche nel siero e nel plasma dei pazienti».
IL GENE MET – I ricercatori hanno studiato in particolare l’interazione tra una di queste molecole, il microRNA-1, e il gene MET, da tempo conosciuto perché responsabile di promuovere la crescita del tumore e di regolare lo sviluppo delle metastasi, e hanno verificato che aumentando le quantità di microRNA-1 è possibile “spegnere” MET in linee cellulari che lo esprimono. Sottolinea il direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori e coordinatore dello studio Marco Pierotti: «Se riusciremo a elaborare farmaci molecolari mirati ad agire sul microRNA-1 avremo un nuovo bersaglio per la terapia e una nuova strategia per contrastare il tumore: modificare il microRNA-1 per spegnere il gene MET e quindi fermare o, addirittura, far regredire tumore e metastasi. È comunque importante sottolineare che si tratta ancora di una ricerca di base e non di una terapia. Saranno necessari ancora alcuni anni per arrivare dal laboratorio al letto del malato».
LA MALATTIA – Il carcinoma del colon retto è il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con quasi 50.000 diagnosi stimate per il 2011. Si tratta della seconda forma di tumore più diffuso tra le donne (13% delle nuove diagnosi), dopo il tumore della mammella e la terza tra gli uomini (14%), dopo neoplasie della prostata e del polmone. La diffusione dei fattori di rischio, l’anticipazione diagnostica e l’aumento dell’età media della popolazione sono alla base della progressiva crescita dell’incidenza di questo tumore negli ultimi decenni e della sua progressione nei prossimi anni per cui è previsto un incremento del 12% tra 2011 e 2020. Per il 2011 in Italia si stimano quasi 20.000 decessi per carcinoma del colon-retto (di cui il 55% negli uomini). Questo tumore rappresenta la seconda causa morte per tumore con l’11% nei maschi e il 12% nelle donne. Presenta una prognosi sostanzialmente favorevole: il 58% dei pazienti incidenti nei primi anni 2000 risulta in vita a 5 anni dalla diagnosi, con una moderata tendenza all’aumento rispetto ai quinquenni precedenti.
Fonte: dati 2011 Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM)
Corriere.it