Tumori: è tutta italiana la tecnologia a fibre ottiche per scovarli. Lab On Fiber

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Identificare i tumori ed eseguire sofisticate analisi chimico-fisiche in tempi più brevi e con costi ridotti grazie ad un laboratorio miniaturizzato montato sulla punta delle fibre ottiche.

È l’orizzonte sul quale stanno lavorando i ricercatori dell’Università del Sannio guidati da Antonello Cutolo ed Andrea Cusano, che hanno ideato e sviluppato una tecnologia innovativa, chiamata “Lab on fiber”, per la realizzazione di laboratori miniaturizzati e multifunzionali integrati su fibra ottica, nello spazio quindi di un capello di vetro di dimensioni pari a 125 micron.
Lo studio, pubblicato sulla rivista dell’American Chemical Society Acs Nano e condotto in collaborazione con la Emanuela Esposito, ricercatrice dell’istituto di Cibernetica del Cnr di Pozzuoli, apre scenari di applicazione promettenti sia in campo biomedicale che industriale. Il principio di base è quello di munire le fibre ottiche, comunemente utilizzate nelle telecomunicazioni per trasmettere informazione ad alta velocità, di complesse strutture nanometriche realizzate con diversi materiali. Le “autostrade della luce” potrebbero così diventare il mezzo di trasporto per veicolare in tempo reale dati raccolti nel monitoraggio di diversi contesti medici, ambientali e industriali e permetterne l’analisi e lo stoccaggio. Un esempio di grande interesse per questo tipo di tecnologia è, ad esempio, l’esame dei rifiuti pericolosi.

In campo medico, la piattaforma tecnologica realizzata dai ricercatori sanniti consentirà di effettuare complesse analisi di laboratorio sia in vivo che in vitro per la rilevazione di batteri, virus e tumori. Bastano infatti campioni di dimensioni infinitesimali, cosa che consente una diminuzione sostanziale dei tempi necessari a portare a termine l’indagine.

“È un’importante svolta tecnologica – spiega Cusano – che consente di esaltare fino in fondo le enormi potenzialità della Nanofotonica, grazie al connubio, da sempre auspicato, ma mai realizzato efficacemente, con le ‘autostrade della luce’, le fibre ottiche. Da un lato la nuova piattaforma tecnologica fornisce nuove modalità di gestione, di elaborazione e manipolazione del flusso di informazioni che viaggia su portante ottica in fibra – continua lo studioso -, dall’altro la tecnologia Lab on Fiber trova concreti esempi applicativi nella realizzazione di array di sensori chimici e biologici”. Una tecnologia che già si avvia a competere con l’ormai consolidata tecnologia Lab on Chip. “I nostri nano dispositivi – continua il docente sannita – vengono infatti realizzati direttamente su una fibra ottica con notevoli vantaggi in termini di dimensioni, e quindi di peso e consumi energetici, e di complessità dei sistemi di interrogazione che si traducono in un abbassamento sostanziale dei costi di analisi”.

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