Studenti a lezione sul ruolo del farmaco equivalente e biosimilare

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Veicolare ai professionisti di domani il messaggio che il farmaco equivalente offre le stesse garanzie di qualità, efficacia e sicurezza del brand. È l’obiettivo della lezione organizzata da Sapienza Università di Roma, con il contributo di Teva, azienda farmaceutica leader negli equivalenti.

Roma, 21 maggio 2012 –La scadenza dei brevetti che coprono i farmaci ha fornito alle imprese farmaceutiche l’opportunità di sviluppare e produrre “copie” che vengono immesse sul mercato a prezzi più bassi rispetto agli originali, fornendo cure efficaci a basso costo.

Il medicinale equivalente offre le stesse garanzie di qualità, efficacia e sicurezza del prodotto originatore, perché arriva nelle farmacie dopo essere stato sottoposto dall’AIFA agli stessi controlli di qualità di tutte le altre specialità e segue precisi standard applicati anche negli Paesi europei.

L’opportunità di risparmio per i cittadini e per il Servizio Sanitario Nazionale è legata alla mancanza di coperture brevettali e ciò comporta un risparmio medio del 55% rispetto ai farmaci di marca.

Ma nonostante la richiesta di generici sia in continua crescita in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea, in Italia rappresentano solo il 15-16% della quota di mercato.

Un risparmio medio di almeno il 30% rispetto all’originatore potrebbero invece consentire i farmaci biotecnologici biosimilari, dato il costo inferiore.

 

Questi, a differenza degli equivalenti, non sono “i generici” dei farmaci biotecnologici, perché la loro natura e il complesso processo produttivo non consentono la riproduzione di una molecola identica all’originale. Proprio per queste peculiarità, l’European Medicines Agency ha richiesto linee guida ad hoc per garantire la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei prodotti immessi in commercio. Poiché sono usati soprattutto in ambito ospedaliero, il risparmio sarebbe significativo per il Sistema Sanitario Nazionale, liberando risorse sia per l’accesso di un numero più elevato di soggetti alle terapie innovative, sia per la sostenibilità economica dei sistemi sanitari.

Nonostante le differenze strutturali e regolatorie tra generici e biosimilari, le controversie sviluppatesi dopo la loro immissione in commercio sono molto simili e permangono dubbi e resistenze  tra i consumatori e tra la classe medica.

Per spiegare ai futuri medici e farmacisti che il generico è un farmaco che equivale in termini di qualità, efficacia e sicurezza al corrispettivo medicinale di marca, la facoltà di Farmacia e medicina di Sapienza Università di Roma ha organizzato, con il contributo di Teva, azienda leader nel mercato degli equivalenti, una lezione per illustrare gli aspetti regolatori, farmacologici e clinici degli equivalenti, i problemi ancora aperti riguardanti i farmaci biosimilari e il ruolo di questi medicinali nella pratica clinica.

 

 

L’appuntamento è nato dopo il successo dello scorso anno, che ha visto la partecipazione di oltre 600 studenti. “Riteniamo molto valida questa iniziativa che abbiamo volentieri ospitato,” ha sottolineato il prof. Eugenio Gaudio, Preside della facoltà di Farmacia e Medicina della Sapienza “data l’importanza che ha per farmacisti, medici e cittadini la conoscenza delle potenzialità dei farmaci equivalenti, sia in termini di efficacia e sicurezza terapeutica, sia come contributo significativo alla razionalizzazione della spesa del sistema sanitario nazionale.”

Nel nostro Paese però la strada è ancora lunga.  Se infatti in Germania e in Inghilterra il 50-70% dei farmaci dispensati è generico, in Italia lo è solo il 12%, anche se questa percentuale sta crescendo di anno in anno.

“Il farmaco equivalente in Italia continua a non avere vita facile. Eppure offre le stesse garanzie di qualità, efficacia e sicurezza del prodotto originatore, perché i procedimenti adottati per la sua produzione devono rispettare i principi e le linee guida delle Norme di Buona Fabbricazione al pari dei farmaci di marca. La differenza fondamentale è il prezzo, inferiore fino al 20-60%. Nonostante questi evidenti vantaggi permangono dubbi e perplessità, che il decreto liberalizzazioni non ha contribuito a smorzare” ha precisato il dott. Giorgio Foresti, AD di Teva Italia e presidente di Assogenerici. “È bene ricordare il valore di responsabilità sociale legato all’utilizzo di questi farmaci, che dovrebbe essere comunicato di più anche a livello di pubblico, con iniziative come questa realizzata con gli studenti universitari. Non si può dimenticare che liberando risorse del sistema sanitario, l’utilizzo massiccio di generici permetterebbe l’allocazione di maggiori fondi per la prescrizione di farmaci innovativi, ancora molto costosi, favorendo così l’accesso alle migliori cure da parte dei pazienti. Il risparmio generato potrebbe essere indirizzato alle attività di ricerca medico scientifica, per la messa a punto di nuove molecole”.

 

 

 

 

 

TEVA

Teva Pharmaceutical Industries Ltd. (Nasdaq: TEVA) è una delle principali aziende farmaceutiche mondiali. È impegnata nell’accrescere l’accesso ad un’assistenza sanitaria di qualità attraverso lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di farmaci generici a prezzi accessibili, così come di farmaci innovativi e di specialità e ingredienti farmaceutici attivi. Con sede in Israele, Teva è il più grande produttore di farmaci equivalenti al mondo, con un portfolio prodotti globale di oltre 1.300 molecole e una presenza diretta in circa 60 paesi. Per quanto riguarda i farmaci innovativi, Teva concentra la sua attività di sviluppo nell’area delle malattie neurologiche, di quelle oncologiche, respiratorie e della salute della donna, oltre che nel settore dei farmaci biotecnologici e biosimilari. Teva impiega circa 46.000 persone in tutto il mondo e ha registrato 18,3 miliardi di dollari in ricavi netti nel 2011. 

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