Allergia alle monete: allarme nichel arriva dal Regno Unito
Qualche problema in chi è predisposto nelle monete da 1 e 2 euro e con quelle Usa e con un nuovo conio inglese.
Nichel nelle monete: il nuovo allarme proviene dal Regno Unito, dove la zecca ha introdotto una moneta rivestita con questo metallo, noto come responsabile di reazioni cutanee (dermatite da contatto) per chi è predisposto. Finché lo si incontra nella bigiotteria o in certi alimenti, la situazione è aggirabile, ma quando finisce in oggetti che è inevitabile toccare, il problema c’è. La dermatologa inglese autrice della lettera sul British Medical Journal, riferisce di aver interpellato la Royal Mint (la zecca di Sua Maestà): «Abbiamo chiesto se avessero valutato la quantità di nichel rilasciato dalla superficie della moneta e stimato le ricadute sulla popolazione allergica a quel metallo. Hanno ammesso di non aver considerato la questione».
Ma se la denuncia degli studiosi britannici è “nuova di zecca”, in area Euro è ben conosciuta visto che alcune monete, come quelle da 1 e 2 euro, che pongono lo stesso problema, circolano dal 2002 e sono maneggiate da circa 320 milioni di persone di cui, secondo diverse stime, dal 2 al 10% è allergico al nichel.
Era stata proprio una ricercatrice italiana, Stefania Seidenari, dell’Università di Modena e Reggio Emilia a sollevare nel 2004 il problema: «La direttiva europea disciplina le tolleranze di rilascio di nichel per sostanze e materiali a contatto diretto e prolungato con la cute. Le monete superano le soglie di legge quanto a entità del rilascio, ma le caratteristiche del contatto non rientrano in quelle contemplate dalla normativa». Per capirci di più il gruppo modenese ha condotto uno studio che ha permesso di appurare che sarebbe la composizione bimetallica negli Euro il problema: nel punto di giunzione tra le due leghe avverrebbero infatti reazioni chimiche in grado di potenziare il rilascio del nichel. «La presenza di diverse soglie di sensibilità è un’informazione utile dal punto di vista clinico e va quindi valutata nel singolo paziente — commenta la ricercatrice —. Se non verranno prese decisioni differenti a livello comunitario, si può almeno rassicurare le persone allergiche oppure raccomandare loro particolari precauzioni. Per le allergie di lieve entità, infatti, non c’è da allarmarsi più di tanto. Il problema si pone in caso di reattività importante controllabile solo limitando il contatto, che si associ a esposizione professionale. Da sottolineare che le cose si complicano manipolando le monete in condizioni di alta temperatura e umidità, perché la sudorazione favorisce l’irritazione della pelle e facilita la dermatite».(Corriere.it)