Basta coi lifting: è l’era dei trapianti autologhi con cellule del grasso e filler
Trapianti di grasso autologo prelevato da cosce, natiche o addome e adeguatamente preparato prima del reinnesto sul viso, al posto dei classici ‘lifting’, ormai fuori moda. Oppure, filler arricchiti di neurotossine e impiegati in una rivoluzionaria procedura non-chirurgica chiamata ‘subliminal difference’. Queste alcune delle novità in chirurgia estetica facciale, illustrate al congresso mondiale ‘Nose & Face World 2012’ in corso a Roma da oggi al 12 maggio.
Le cellule staminali contenute nel grasso offrono numerosi vantaggi, come l’ampia disponibilità di aree dalle quali estrarlo e l’assenza di reazioni di rigetto. Rare le complicazioni generali, assenti le irregolarità nella distribuzione o nell’assorbimento del grasso.
Parte di questo viene riassorbito, ma il risultato estetico resta ottimo. Se si opta, invece, per un ringiovanimento più ‘classico’, sono sempre all’avanguardia i filler, anch’essi però innovativi, arricchiti di neurotossine e impiegati in una rivoluzionaria procedura non-chirurgica chiamata ‘subliminal difference’. Tecnica che deve il nome all’iniezione intradermica delle tossine con cannule dalle punte arrotondate, seguita da un modellamento manuale che rende visibili i risultati in pochi minuti.
Garantiti un aspetto naturale, il rilassamento delle dure linee di espressione tra le sopracciglia, una maggiore apertura dello sguardo e la riduzione degli effetti collaterali come edemi e gonfiori. Possibile, quindi, il ritorno immediato alle normali occupazioni.
“La ‘subliminal difference’ – ha illustrato il suo inventore, Steven Dayan, professore all’University of Illinois & Depaul University di Chicago (Usa) – è nata con l’intenzione di apportare un miglioramento immediato sia dell’aspetto fisico sia dell’autostima. La tecnica si è perfezionata e consolidata dopo anni di intensa ricerca nella scienza della bellezza al fine di offrire alla donna un aspetto quanto più naturale possibile, senza le importanti implicazioni correlate a un intervento classico”.
“L’introduzione di questa metodica nella normale pratica clinica, grazie alle sue caratteristiche – assicura l’esperto – ha aumentato la richiesta di filler e neurotossine del 100%. Le microgoccioline delle neurotossine, iniettate nella parte alta del viso in modo da distendere le pieghe di espressione e innalzare le code del sopracciglio per consentire un aspetto più giovanile e una maggiore apertura all’occhio, possono essere utilizzate anche per correggere alcuni tra i più comuni difetti cutanei, quali la dimensione dei pori cutanei, l’acne o la rosacea, con una notevole riduzione degli arrossamenti della pelle e delle irritazioni”.