Campagna invito donazione cordone ombelicale: ne servono 46 mila
Ancora 48 mila unità di sangue cordonale mancano all’appello per avere a disposizione un inventario razionale ed efficace di staminali cordonali in Italia. Ed è nel segno di questo traguardo che oggi debutta a Roma la campagna informativa nazionale che invita i neogenitori a donare il cordone ombelicale alla nascita del proprio bebè. L’iniziativa è promossa dalla Federazione italiana delle associazioni donatori cellule staminali (Adoces) in collaborazione con l’Associazione italiana biblioteche (Aib), con il patrocinio del ministero della Salute e il supporto del Mo.Vi. (Movimento volontario italiano) e del coordinamento Volontarinsieme. Il materiale informativo della campagna (una brochure di Adoces e la dispensa dell’Istituto superiore della sanità) sarà diffuso in 8 lingue nei consultori e nei punti nascita di tutto il territorio nazionale ma anche attraverso la rete bibliotecaria italiana, quindi in 800 biblioteche del Paese.
Destinatari dell’operazione sono le future mamme e i futuri papà. Alla vigilia della Festa della mamma (domenica 13 maggio) il messaggio che i promotori vogliono lanciare è uno solo: “La donazione solidale del sangue cordonale è un gesto che può andare a vantaggio di un bambino o di un adulto affetto da leucemie o altre gravi malattie del sangue curabili con il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (di cui il sangue cordonale è ricco). Le staminali cordonali vengono sempre più frequentemente impiegate nei trapianti per queste patologie (20% dei casi, in aumento ogni anno)”.
Il problema è che “l’inventario nazionale soddisfa appena il 28% delle richieste interne di trapianto; il fabbisogno italiano si aggira sulle 75 mila unità”, spiega Licinio Contu, presidente della Federazione Adoces, ma ad oggi sono circa 27 mila le sacche conservate nelle banche pubbliche del Paese, sottolinea l’esperto. “Occorrono ancora 48 mila unità – ribadisce – Serve quindi che le banche pubbliche divengano operative 24 ore su 24, 365 giorni l’anno; occorre incrementare i punti nascita per la raccolta, rafforzare la comunicazione e l’informazione, diminuire i centri di tipizzazione HLA dei donatori, aumentandone invece gli standard qualitativi”. Arrivare ad avere un inventario di unità sufficienti per i malati è fondamentale e ha anche un risvolto economico: si ridurrebbe “la costosa importazione, necessaria nel 70% dei casi”.
Il materiale informativo sarà distribuito in maniera capillare e in versioni che permettano di informare anche i cittadini stranieri anche per “combattere i messaggi fuorvianti veicolati soprattutto attraverso il web”, spiegano i promotori dell’iniziativa. In risposta all’appello per incrementare l’operatività delle 19 banche del cordone ombelicale pubbliche italiane, Gabriella Girelli della Società italiana medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti) risponde annunciando che “oggi 7 di queste banche riescono a garantire alle future mamme la donazione non stop”.
Oggi, alle 19 banche pubbliche del sangue cordonale afferiscono oltre 300 punti nascita. I trapianti realizzati con donazioni di sangue cordonale in Italia, secondo i dati diffusi da Adoces, “nel 2011 sono stati 90, ma solo 25 con donazioni italiane. Dal 1995 al 2011 i trapianti sono arrivati a quota 1.131, 534 negli ultimi 5 anni (di cui 371 con donazioni importate da banche pubbliche estere). I trapianti familiari effettuati con le donazioni dedicate conservate gratuitamente in banche pubbliche (in casi previsti dalla legge) ad oggi sono stati in tutto 129”. Nello stesso periodo sono state inviate oltre confine 436 unità a centri trapianti stranieri. L’Italia, precisa Adoces, “è il quinto esportatore di sangue cordonale nel mondo”.
Su un fronte parallelo, però, viaggiano i cordoni ombelicali diretti all’estero. Le unità di sangue cordonale raccolte in Italia su richiesta dei genitori e spedite in circa 10 anni alle banche private straniere per uso autologo sono state oltre 60 mila, per una spesa che “si aggira cui 150 milioni di euro”, sottolinea Adoces che chiude il suo report con un ultimo dato: “Unità usate per trapianto autologo in Italia: zero”.(ADNKRONOS)