Dejà vu: Studiosi riuniti spiegano il fenomeno con l’ipereccitabilità dell’ippocampo

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ippocampo

Il fenomeno inspiegabile per anni. Ora un gruppo di studiosi cechi e britannici ha elaborato una teoria neurologica


Scoperto un legame tra déjà vu e strutture del cervello grazie a uno studio di ricercatori della Repubblica Ceca e del Regno Unito pubblicato sulla rivista Cortex. Gli studiosi dell’Istituto centrale europeo di tecnologia e dall’Università di Masaryk (Ceitec Mu) nella Repubblica Ceca, ritengono che specifiche strutture del cervello abbiano un impatto diretto sul dejà vu, cioè la sensazione erronea di aver già visto un’immagine o di aver già vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando.
LO STUDIO – «Oltre cento soggetti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale e ad altri metodi di analisi morfologica del cervello e le dimensioni di singole regioni del cervello sono state confrontate tra gli individui del gruppo che non avevano mai avuto déjà vu con quelli che ne avevano avuti», ha spiegato l’autore principale della ricerca, Milan Brazdil di Ceitec, che ha condotto lo studio in collaborazione con l’Università di Exeter, nel Regno Unito . «Entrambi i gruppi di soggetti erano pienamente confrontabili.

Quando stimoliamo l’ippocampo, siamo in grado di indurre un déjà vu. Trovando differenze strutturali dell’ippocampo nei soggetti sani che hanno e non hanno déjà vu, abbiamo dimostrato in modo inequivocabile che il déjà vu è direttamente legato alla funzione di queste strutture del cervello. Pensiamo che si tratti probabilmente di un piccolo “errore di sistema” causato da una maggiore eccitabilità dell’ippocampo. È la conseguenza di cambiamenti nelle regioni più sensibili del cervello che probabilmente sono avvenuti nel corso dello sviluppo del sistema neurale».

IL SENSO DI FAMILIARITÀ – «È certamente uno studio molto interessante – commenta Nicola Canessa, ricercatore dell’Università Vita e Salute del San Raffaele – e mentre un tempo gli episodi di déjà vu erano considerati parte della sfera psichica oggi sono studiati come fenomeni neurologici. In sostanza i ricercatori hanno rilevato una lieve atrofia delle parti mediali del lobo temporale e di conseguenza una maggiore eccitabilità che attiva un senso di familiarità scollegata dal ricordo sottostante (che non esiste). Di fatto si verifica un’ipereccitabilità dell’ippocampo».
Corriere.it

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