Il Presidente della FIMP: “L’infanzia è a rischio: c’è assoluto bisogno di un cambiamento!”
Praga, 10 Maggio 2012 – Parte oggi la II^ Conferenza Internazionale di Pediatria, dove i maggiori pediatri europei si ritrovano per fare il punto sul Programma di monitoraggio internazionale avviato da STRATEGIC PEDIATRIC ALLIANCE ad un anno dal suo lancio a Tel Aviv e sostenuto da ‘A NEW PEDIATRICS. NOW’.
Dall’esigenza di studiare le differenze ed i punti d’incontro tra i vari Paesi internazionali, ognuno con le proprie criticità e punti di sofferenza nell’assistenza pediatrica, è nata questa alleanza strategica per capire i diversi modelli esistenti di assistenza pediatrica. Oggi saranno presentati i dati raccolti, coinvolgendo le più qualificate forze della pediatria internazionale, da cui emerge una grande certezza: la profonda convinzione che la centralità delle cure primarie di qualità dalla nascita sino all’adolescenza sia l’unico serio approccio metodologico, clinico e sociale con cui sostenere e far crescere i futuri cittadini del Pianeta.
“Intendiamo identificare i migliori modelli di assistenza primaria nelle cure pediatriche incrociandoli con valutazioni di sostenibilità economica, per offrire responsabilmente un contributo universale in termini di “rinnovati modelli di assistenza”.
Cure primarie al centro, assicurate a tutti i cittadini, svolte in una nuova e articolata integrazione professionale, sostenute da modelli economici capaci di evitare gli sprechi: questa è la sfida su cui intendiamo lavorare, producendo un analisi collaborativa che nei prossimi mesi coinvolgerà tutta la pediatria internazionale. Intendiamo offrire poi questo contributo agli esponenti della politica internazionale, dei governi nazionali e sovranazionali, delle agenzie per la garanzia della salute e dello sviluppo economico”.
Ha dichiarato Giuseppe Mele, Presidente della Federazione Italiana dei medici Pediatri.
Tra i principali problemi rilevati dal Questionario si segnala come in un terzo dei Paesi che hanno risposto si stia discutendo di una possibile riorganizzazione delle cure pediatriche sul territorio, in particolare di un trasferimento delle cure dei bambini dal pediatra al medico di medicina generale, che in talune Nazioni non necessita della specializzazione in medicina interna.
“In alcune Nazioni, inclusa l’Italia, sta emergendo un movimento di opinione favorito da alcune aree professionali, che manifesta la tendenza al riassorbimento della Pediatria da parte della Medicina Interna. Riteniamo che i medici non specialisti in Medicina Interna vengano formati nelle cure pediatriche generalmente per mezzo di corsi dalla durata variabile da pochi giorni ad un massimo di 6 mesi. Il che, secondo la quasi totalità degli esperti Europei partecipanti al questionario non garantisce un’adeguata preparazione. Il che sposterebbe indietro di diversi decenni l’orologio culturale medico del tempo”. Ha tenuto a precisare Mele.
Il questionario rileva infine che in quasi la metà dei Paesi il numero dei pediatri è in costante diminuzione e che le patologie pediatriche si sono modificate: come l’aumento di bambini con malattie croniche, che i pediatri sono convinti di sapere affrontare mentre il medico di medicina generale non è sicuramente stato formato ne’ si aggiorna su questi aspetti.
“Nei giorni scorsi a Copenaghen si sono riuniti i Ministri della Salute dell’UE e dal loro confronto è stata coniata la frase “a better health, with less cost“, “una salute migliore, a costi ridotti“. È con questo spirito che la pediatria intende contribuire alla definizione consapevole dei nuovi modelli di assistenza. Siamo una forza scientifica e sociale, ben consapevole delle responsabilità che il tempo presente pone. Responsabilità che non possono essere da nessuno rimandate.”
Ha concluso il Presidente della FIMP.