In arrivo ortaggi allo iodio in soccorso della tiroide

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iodio

Tutto lo iodio che serve racchiuso in un solo pomodoro al giorno. Presto potrebbe essere un’insalata a salvarci la tiroide, piccola ghiandola a forma di papillon ospitata alla base del collo, che crea problemi a 6 milioni circa di italiani.

Gli scienziati della Scuola superiore Sant’Anna e dell’università degli Studi di Pisa stanno lavorando a ‘super ortaggi’ iodati: pomodori, carote e insalate non Ogm, assicurano i loro ‘papà’, ma trattate in modo da non perdere le quantità di iodio naturalmente assorbite. Le prospettive aperte della ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, sono state illustrate a Milano in vista della Giornata mondiale della tiroide (23 maggio) da Aldo Pinchera, professore emerito di endocrinologia dell’ateneo pisano e presidente onorario Ait (Associazione italiana tiroide).
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la carenza di iodio rappresenta uno dei più gravi problemi di salute pubblica. E’ tra le principali forme di malnutrizione nel pianeta, molto diffusa anche in Europa: uno studio recente ha calcolato che il 44% degli abitanti del Vecchio continente, quasi uno su due, assume poco iodio. Il fabbisogno giornaliero, riporta il portale Epicentro dell’Iss, è calcolato intorno ai 150 microgrammi. “Lo iodio è un componente essenziale degli ormoni tiroidei tiroxina e triodotironina – ricorda Pinchera – che regolano la crescita, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e il metabolismo basale”. Per questo “la carenza ha diversi effetti negativi sulla crescita e lo sviluppo negli animali e nell’uomo. Sono definiti disordini da carenza iodica (Idds) e sono una delle più importanti e comuni malattie umane”. Gozzo e noduli tiroidei sono la conseguenza più comune della carenza iodica negli adulti.
Lo iodio è presente in abbondanza nel pesce e nelle alghe, mentre scarseggia in frutta e verdura. Le piante – hanno infatti dimostrato il gruppo di Pinchera e i colleghi della Scuola superiore Sant’Anna – assorbono iodio, però non riescono a trattenerlo e lo riemettono nell’atmosfera in forma di gas metilato, fra l’altro dannoso per lo strato d’ozono. Quando arrivano in tavola, dunque, frutti e ortaggi contengono iodio in dosi bassissime. La novità è che, ‘spegnendo’ la funzione di un gene responsabile della metilazione dello iodio (la reazione chimica che porta appunto alla perdita dell’elemento in forma gassosa da parte delle piante), il team pisano è riuscito ad aumentare il contenuto di iodio nei tessuti vegetali.

I risultati della ricerca toscana aprono quindi nuove prospettive per la iodoprofilassi. Nei laboratori pisani sono già allo studio pomodori che accumulano quantità di iodio sufficienti ad apportare l’intera dose giornaliera di iodio in un singolo esemplare. Un ulteriore lavoro dell’ateneo di Pisa, condotto da ricercatori endocrinologi, agrari e veterinari, ha inoltre dimostrato che, arricchendo il terreno e i concimi con iodio, si possono ottenere vegetali e ortaggi che nascono con quantità di elemento naturalmente superiori al normale. Super pomodori arricchiti, ma anche altri ortaggi che gli scienziati sperano di far arrivare a breve sulle nostre tavole. Insieme alle patate iodate, già disponibili in Italia.
‘Mangiare iodato’, infatti, è già possibile. “Il mezzo più semplice ed economico per incrementare l’apporto giornaliero – ricordano gli specialisti – consiste nell’uso di sale arricchito con iodio nell’alimentazione quotidiana. Il sale iodato contiene 30 milligrammi di iodio per chilo, mentre il sale marino ne è privo. Il suo uso si è dimostrato un metodo efficace per la prevenzione dei disturbi alla tiroide in tutti i Paesi in cui è stato adottato, e ricordiamo che in Italia è in vigore dal 2005 una legge che prevede e raccomanda la vendita di sale arricchito con iodio”. Nonostante questo, sempre secondo i dati di Epicentro, nella Penisola la vendita di questo prodotto è scarsa (circa il 3% di tutto il sale alimentare). In generale, nonostante la completa eradicazione del gozzo in varie aree come la Svizzera e i Paesi scandinavi, l’Europa rimane una delle regioni a minor consumo di sale iodato nelle famiglie (27% contro il 90% di quelle americane). Oltre al sale, poi, è già possibile trovare al supermercato alcuni alimenti arricchiti di iodio, come i cracker.
“L’efficacia della profilassi attraverso l’utilizzo di sale arricchito di iodio – precisano gli esperti – non contrasta con le raccomandazioni al contenimento del consumo di sale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e in particolare dell’ipertensione. Basta infatti mezzo cucchiaino di sale iodato al giorno (5 grammi) per assumere la quantità minima raccomandata di iodio”. Il motto, insomma, è “poco sale ma iodato”. Per gli specialisti “è comunque auspicabile il ricorso a metodi alternativi o integrativi per la iodoprofilassi, quali l’arricchimento dei mangimi animali e l’arricchimento dei vegetali per compensare la riduzione del consumo globale di sale per via diretta (sale aggiunto direttamente al cibo) o indiretta (sale presente negli alimenti preconfezionati)”.

3 thoughts on “In arrivo ortaggi allo iodio in soccorso della tiroide

  1. Ricordo però che chi è già affetto da noduli tiroidei (benigni o maligni) o chi ha avuto un cancro della tiroide non deve assumere più sale iodato.

  2. Ho letto che chi ha noduli tiroidei non può assumere sale iodato. Vorrei avere delucidazioni in merito. Grazie.

  3. Io non sono un medico (sono un paziente che sta combattendo un cancro alla tiroide abbastanza avanzato) ma ho avuto queste notizie dai medici. Il sale iodato è fondamentale per prevenire i noduli (paesi come la Francia hanno solo sale iodato in vendita normalmente e se non si vuole si compra a parte) ma una volta fatto il danno (cioè avere dei noduli) mi hanno spiegato che è controproducente “alimentarli”. Il sale iodato aiuta a far lavorare bene la tiroide tant’è che fa bene a chi è in ipotiroidismo ma non chi è in ipertiroidismo ma nel caso di noduli è bene “addormentarli” tant’è che in alcuni casi (non tutti) si cercano di non farli crescere dando una piccola dose di ormoni (eutirox) che fanno le veci della tiroide.
    C’è un forum apposito sull’argomento:
    http://www.forumsalute.it/community/forum_55_malattie_della_tiroide/thrd_74982_noduli_e_sale_iodato_1.html

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