Progetto Carceri: “La Salute non conosce confini”
Campagna d’Informazione e Sensibilizzazione su HIV e altre patologie virali croniche negli Istituti Penitenziari
La Campagna ha visto coinvolti 20 Istituti Penitenziari in 11 Regioni italiane
Roma, 17 maggio – Presentati oggi i primi risultati della Campagna di Informazione sulle patologie virali croniche all’interno degli Istituti Penitenziari Italiani, promossa dalla SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), dalla SIMSPE (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria), NPS Italia Onlus (Network Persone Sieropositive) e l’Associazione Donne in rete Onlus e, patrocinata dal Ministero della Giustizia e dal Ministero della Salute. La vera novità è stata l’introduzione del peer educator (un rappresentante NPS): tutore alla pari con credibilità e competenza, passato attraverso le stesse esperienze, che ha parlato la stessa lingua e che è stato in grado di comprendere i loro problemi, effettuando 32 incontri nei 20 Istituti penitenziari con 1.546 detenuti.
I dati elaborati ad oggi si riferiscono ai primi 9 Istituti Penitenziari, che hanno coinvolto 4.072 detenuti, con una età media di 46 anni ed una percentuale femminile del 4,7%. L’82,8% dei detenuti era italiano e l’83,6% ha dichiarato di non essere tossicodipendente. Dai risultati è emerso che il comportamento a maggior rischio per HIV e HCV è considerato la tossicodipendenza rispettivamente per il 67% e il 53% degli intervistati, mentre per l’HBV è l’eterosessualità il comportamento ritenuto più a rischio dal 48% dei detenuti.
Il progetto è nato con l’obiettivo di scoprire a quanto ammonti il numero dei ‘sommersi’, cioè di coloro che non sanno di essere malati, perché la presa di coscienza è fondamentale e viene prima di tutto il resto. All’interno delle carceri, è stato distribuito del materiale informativo in diverse lingue, così da poter informare i detenuti ed incentivarli a fare il test per l’HIV e le epatiti.
“Il Progetto nasce dall’esigenza di aumentare la conoscenza e l’importanza dello screening delle malattie infettive all’interno del ‘sommerso’ delle Carceri e, proprio per questo, si è pensato di usare un metodo nuovo: cioè una persona che abbia avuto esperienza nel carcere, che parlasse lo stesso linguaggio e che potesse capire più facilmente le esigenze dei detenuti. Abbiamo fatto numerose riunioni nelle Carceri e l’affluenza è stata davvero entusiasmante e l’interesse è stato enorme. I risultati sono ottimali e speriamo però che il Progetto continui altrimenti rischiamo di non avere risultati definitivi.” Ha detto Evangelista Sagnelli, Past President SIMIT.
“L’iniziativa si pone correttamente nella logica di assicurare il pieno diritto alla salute di tutti i cittadini, soprattutto oggi che sono disponibili molti farmaci efficaci per la cura di numerose patologie virali croniche” Ha aggiunto Orlando Armignacco, Presidente SIMIT.
“Oggi il Progetto è in itinere, ma il primo obiettivo appare ragionevolmente già raggiunto: ben 1.546 persone detenute sulle oltre 4.000 presenti sono state direttamente raggiunte dalle informazioni fornite dal Peer-Educator esterno di NPS e sono state sensibilizzate a trasmettere le stesse informazioni ai propri compagni qualora le ritenessero condivisibili. A conferma di questo, il tasso di esecuzione dei test di screening nei 9 Istituti che ad oggi hanno reso disponibili i risultati, sono passati per quanto riguarda HIV dal 11,1% pre-intervento al 56% attuale. Da ultimo desidero sottolineare che dai soli dati parziali al momento disponibili, già 130 persone detenute hanno avuto modo di prendere coscienza di una patologia attiva prima non nota. Tutto questo grazie all’azione proposta da questo progetto con il concerto dei diversi attori che vi partecipano”. Ha spiegato Sergio Babudieri, Presidente SIMSPE.
“NPS Italia Onlus da sempre è per garantire il diritto alla diagnosi ed alla cura, i risultati del progetto “La salute non conosce confini” non fanno altro che rafforzare la nostra linea, anche con la crisi economica non si può non curare le persone che sono in carcere, in quanto ospiti dello stato, e quindi, non perdono i diritti alla cura”. Ha affermato Rosaria Iardino, Presidente Onorario NPS Italia Onlus e Presidente Donne in rete Onlus
“Siamo convinti che anche gli operatori penitenziari (direttori, educatori, agenti di polizia penitenziaria) coinvolti nella presa in carico delle persone detenute necessitano di competenze specifiche che tengano conto dei determinanti sociali e culturali delle malattie infettive in carcere e, della necessità d’integrazione fra i ruoli delle diverse figure professionali e con gli operatori del servizio sanitario nazionale, per garantire l’efficacia di un così importante intervento di salute pubblica”. Ha sottolineato Giulio Starnini, Responsabile Progetto “La Salute non conosce confini” Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.
“I fattori implicati nella diffusione nelle carceri italiane delle infezioni virali croniche trasmissibili sono molteplici e di diversa natura. La Direzione Generale dei detenuti e del trattamento ha sempre manifestato la massima attenzione a tali fenomeni attraverso la massima collaborazione istituzionale con gli organi e le istituzioni preposte, le associazioni scientifiche e del privato sociale”. Ha concluso Roberto Calogero Piscitello, Direttore Generale dei Detenuti e del Trattamento – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.