Vaccino anti-pneumococco 23 valente, secondo esperto, efficace anche sugli adulti

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Il vaccino antipneumococcico 23-valente (PPV23) “è efficace nel proteggere gli adulti”. Ad affermarlo è David Fedson, esperto di vaccini ed ex professore di Medicina interna all’university of Virginia School of Medicine. A margine del convegno ‘La sanità pubblica tra nuove tecnologie, crisi economica e bisogno d’informazione alla cittadinanza’, in corso a Bologna, Fedson analizza con l’Adnkronos le evidenze attuali della vaccinazione antipneumococco nell’adulto, sottolineando come le patologie da pneumococco siano tuttora diffuse e gravi.

“Le ultime evidenze scientifiche – dice Fedson – dimostrano che le patologie da pneumococco sono molto diffuse anche tra gli adulti, colpendo soprattutto i più anziani”. Questo è grave “perchè si aggiungono di solito a patologie, spesso croniche, già presenti nei pazienti – sottolinea lo specialista – come ad esempio quelle cardiache o respiratorie. Abbiamo rilevato che le infezioni da pneumococco sono molto gravi negli anziani con più di 60 anni, tanto che la mortalità degli infettati è tra il 20 e il 30%”.

Sul trattamento preventivo attraverso la vaccinazione è necessario fare una distinzione tra bambini ed adulti, spiega l’esperto: “Abbiamo visto che negli ultimi anni c’è stato un cambiamento nel modo in cui vacciniamo i bambini contro lo pneumococco.

Prima avevamo solo il vaccino che usavamo negli adulti, quello polisaccaridico (PPV23), ma oggi c’è anche un vaccino che conosciamo col nome di ‘coniugato’ (PPV13) che nei bambini ha dato ottimi risultati. Riesce infatti a stimolare una risposta immunitaria anche nei più piccoli, cosa che il polisaccaridico non fa”.

Il PPV13, quando utilizzato nei bambini, crea una sorta di herd immunity (immunità di ‘branco’): “Riesce cioè a bloccare la colonizzazione del batterio nelle mucose nasali e nel cavo orale – osserva Fedson – e questo si traduce in una minore possibilità di infettare gli adulti con cui i piccoli entrano in contatto”. Questo vale però, spiega Fedson, “solo per i sierotipi specifici contenuti nel vaccino coniugato, cioè 13 rispetto ai 90 esistenti in natura, mentre il polisaccaridico ne ha ben 23, determinando quindi una copertura da più del 90% di tutte le infezioni da pneumococco”.

Per quanto riguarda gli adulti “il vaccino polisaccaridico, coprendo molti più sierotipi, è più utile nel proteggerli, anche per il diverso comportamento ecologico del batterio negli adulti/anziani che lo hanno incontrato nel corso della vita diverse volte”. Fedson fa poi un cenno alla situazione italiana. “In Italia il vaccino non è ancora molto diffuso – osserva – la copertura è la metà rispetto ai migliori paesi europei. La malattia c’è, è grave ma stiamo facendo dei progressi”.

Il problema, secondo l’esperto, “è di natura culturale: gli stessi medici ancora hanno una formazione ‘obsoleta’ nell’approccio con questa malattia, specialmente nel campo della prevenzione più che della cura. Queste forme si possono curare infatti con i moderni antibiotici, ma questi spesso sono somministrati tardivamente, per cui è importante prevenire. Il problema è rendere i medici sensibili a vaccinare sia bambini che adulti”.(ADNKRONOS)

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