Chemioterapia: un farmaco “postino”, che amplifica l’efficacia delle cure perché veicola il principio solo alle cellule malate

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T-DM1

Un vero e proprio “farmaco postino”, capace di portarsi sulle spalle il farmaco chemioterapico “addormentato”, entrare nella cellula tumorale (e solo in quella), e li’ sganciare il chemioterapico che si attiva e inizia a distruggerla, con una superiore efficacia e soprattutto una minore tossicita’.

I dati sul nuovo farmaco dal meccanismo rivoluzionario, T-DM1, sono stati presentati al congresso mondiale di oncologia Asco a Chicago: si tratta in realta’ di un doppio farmaco che agisce contro il carcinoma mammario HER2 positivo: trastuzumab, il biologico che funge da “postino”, e la mertansine, il chemioterapico portato a destinazione nelle cellule malate. Lo studio ha mostrato che il rischio di peggioramento della malattia, o di morte, si e’ ridotto del 35% in coloro che hanno ricevuto il T-DM1 rispetto a chi e’ stato trattato con chemioterapia a base di lapatinib in aggiunta a capecitabina.

In base ai risultati dello studio EMILIA, Roche e Genentech hanno in programma di presentare quest’anno la domanda di autorizzazione per il nuovo farmaco per il trattamento del tumore al seno metastatico HER2-positivo, all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. “Questi risultati segnano uno spartiacque – spiega Luca Gianni, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’ospedale San Raffaele di Milano – perche’ finora la contrapposizione era tra la chemio, che e’ tossica e puo’ essere usata solo per periodi limitati, e le terapie ormonali a bersaglio molecolare. Il TDM-1 e’ un mix tra queste due cose: la tossina che porta con se’, la DM1, era stata abbandonata negli anni ’80 perche’ potentissima ma molto tossica. Ora riusciamo a recapitarla direttamente nella cellula tumorale, quindi riducendone al minimo la tossicita’ nel resto dell’organismo, e il fatto che questa startegia sia vincente, come dimostrato dallo studio, apre la strada a questo nuovo meccanismo anche per altri tipi di tumore. E’ una realta’ inseguita da almeno trent’anni: ora l’obiettivo deve essere l’eliminazione totale della chemioterapia convenzionale”.

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