SLA: in Italia primo trapianto al mondo di staminali per contrastarla o guarirla
L’equipe coordinata da Angelo Vescovi, direttore dell’Ircss Casa sollievo della sofferenza di San Pio (San Giovanni Rotondo) e, per la parte neurologica, da Letizia Mazzini responsabile del centro Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) dell’Ospedale Maggiore della Carità (Novara), ha portato a termine lunedì scorso un trapianto di cellule staminali del cervello umano nel midollo spinale del primo dei 18 pazienti affetti da Sla reclutati nel trial clinico di fase I autorizzato dall’Istituto superiore di sanità. A questo seguiranno gli interventi sui rimanenti pazienti, con cadenza inizialmente mensile, annuncia una nota.
Il trapianto delle cellule, prodotte nella banca delle staminali cerebrali di Terni – si legge nella nota – è avvenuto alle 16 a opera dell’equipe di Neurochirurgia dello stesso ospedale, diretta da Sandro Carletti, coadiuvato da Cesare Giorgi e dal neurochirurgo Nicholas Boulis della Emory University Clinic di Atlanta, Georgia (Usa). Grazie a una tecnica tutta italiana, messa a punto nel 1996 da Vescovi, professore di Biologia cellulare all’università Bicocca di Milano, è stato quindi realizzato il primo trapianto al mondo che impiega cellule staminali cerebrali scevre da qualunque problematica etica, poiché provenienti da un frammento di tessuto cerebrale prelevato da un singolo feto deceduto per cause naturali, utilizzando una procedura analoga a quella della donazione volontaria di organi negli individui adulti.
Le cellule da questo donatore saranno sufficienti per l’intera sperimentazione e per quelle successive che la stessa equipe sta già organizzando su altre malattie neurodegenerative, in collaborazione anche con cliniche europee e statunitensi.
Il paziente affetto da Sla, dell’età di 31 anni, ha ricevuto tre iniezioni nel lato sinistro del midollo spinale lombare, ciascuna di un volume di 15 millesimi di millilitro, che contenevano in totale poco meno di due milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali. Le cellule staminali sono state trapiantate in prossimità delle cellule nervose chiamate motoneuroni, che nella Sla muoiono gradualmente, paralizzando progressivamente i muscoli, fino a causare la morte del paziente. Si spera che questo possa rallentare la morte dei motoneuroni e quindi la malattia.
Il paziente si è risvegliato dal trapianto in buone condizioni, respira autonomamente e le sue condizioni cliniche e psicologiche sono al momento più che soddisfacenti. Nella nota si sottolinea che questa sperimentazione, come ovvio per una fase I, è mirata specificamente a valutare la sicurezza delle procedure di trapianto e dell’innocuità delle cellule. Non si tratta, quindi, di una cura per la Sla. La condizione clinica dei pazienti assoggettati a trapianto sarà monitorata nei mesi e anni a seguire, documentando l’evoluzione della malattia. Questa è la prima sperimentazione al mondo di questo genere di natura interamente filantropica e quindi non-profit, ed è stata concepita e sviluppata dall’Associazione Neurothon Onlus (www.neurothon.com), il cui presidente è Monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni, e supportata, oltre che dagli enti sopracitati, dalla Fondazione cellule staminali (www.cellulestaminaliterni.it), presidente Enrico Garaci.
Ulteriore supporto è stato fornito dall’Associazione Pro Roberto Onlus di Gavoi (Nuoro), dalla Fondazione Stefano Borgonovo (Milano) e dalla Fondazione Milan A.C.